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2025-02-28 "Qui, dove è difficile" - Querce news

Quanto impatta la crisi mondiale nel paese in cui vivo? Nel ventre molle di una società benestante, rilassata vicino al camino d’inverno, sotto le frescure artificiali dell’estate, dietro lo sguardo abbassato su uno strumento elettronico, le crisi, le guerre paiono sempre degli altri, dei cattivi, di quelli che non amano il prossimo. Mentre noi, accalcati dietro un televisore a seguire ventidue uomini in calzoncini oppure una ventina di urlatori in autotune, noi si che amiamo la vita, la virtù democratica, la bellezza della natura, l’armonia silenziosa dell’universo. Noi, con la pancia piena, si, proprio noi quelli che rispondemmo pronti al nazi fascismo, che invademmo pezzi d’Africa a casaccio e la Grecia e l’Albania per sentirci imperiali. Noi siamo quelli che hanno dimenticato tutto e hanno rivotato i nipoti di quelle maccheroniche figure di politici, di gerarchi, di podestà. Siamo quelli che hanno come loro rappresentanti istituzionali Meloni con la sorella, La Russa con i figli, Gasparri e Salvini, con il codazzo di Santanché, Giuli, Lollobrigida oltre a vari illustri Donzelli sparsi qua e là.

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2025-02-21 "Un mondo di ricchi e poveri" - Querce news

Editoriale di febbraio

All’improvviso molte persone si sono sentite profondamente, prosaicamente trumpiane. Hanno introiettato con una certa velocità che quel mondo monocromatico, bianco o nero, senza sfumature, senza giudici, sindacati, giornali, senza intermediazioni di alcun genere, in fondo, è il loro modello di vita. Anzi viene vista come l’unica filosofia del vivere in questo pianeta globalizzato: il più ricco vince sempre, il più povero viene eclissato.

Il fatto grave non è che a questa filosofia si siano accodati alcuni politici nostrani, da sempre convinti sostenitori del comando supremo come unico sistema di governo, ma che l’intera Europa non abbia saputo reagire a questa trappola che si preparava da anni e che noi, annusatori di funghi malefici, avevamo sentito già da tempo. Avevamo lanciato allarmi di ogni tipo, ma eravamo rimasti nella nicchia di un albero ormai secco: nessuna nuova linfa a sostenerlo.

L’Europa è rimasta vittima dei progetti di potere di ogni singolo Stato dove i nazionalismi son diventati man mano più forti, alimentati da personaggi esperti in paure e propagande. È mancato il coraggio, quel senso di rivendicazione forte e fattuale dei nostri principi di tolleranza e libertà. Ora l’Europa, che negli ultimi decenni ha seguito pedissequamente gli USA in tutte le loro idee balzane di democrazia, si ritrova nel ruolo di comparsa in ogni scacchiere internazionale. Invece di essere il faro di pace, inclusione e libero scambio, si ritrova ad essere il vassallo di una terribile idea della convivenza mondiale.

Il nostro governo, al di là della propaganda, è in effetti condotto da piccole menti che hanno da sempre avversato l’unità europea per sognare un’italietta sempre più forte, dominatrice del globo terraqueo. Ora è convintamente accodato al nuovo ordine mondiale, governato da dittatori piccoli e grandi (a seconda della quantità di denaro a disposizione). Appena saranno valicate le ultime barriere (magari alla fine di Mattarella), anche in Italia assisteremo alla lenta evoluzione verso un sistema autoritario, dove i piccoli reati saranno sempre più perseguiti e la grande corruzione sempre più tollerata. Pochi magnati, alcuni politici privilegiati, molti schiavi lavoratori.

Noi cercheremo di opporre un minimo di resistenza: gli schiavi a volte possono sognare, dentro una quercia ben radicata, ancora viva.

21 febbraio 2025 - Querce news

alfredo de giuseppe

2025-02-10 "Santa Cesarea senza terme" - Querce news

 A Santa Cesarea Terme si studia con efficacia come far finta di fare per non fare nulla. Dopo il mio doc del 2024 “Santa Cesarea, splendore e disperazione” (https://www.youtube.com/watch?v=P48yZBxKha8&t=120s)  c’è stata una levata di scudi a difesa delle peculiarità della località salentina, molti si son sentiti offesi e molti mi hanno accusato di essere stato superficiale per il solo fatto di non aver ascoltato le componenti istituzionali. In effetti quel documentario era stato pensato così: raccontare una storia vera e fattuale senza le solite promesse elettorali, senza offrire passerelle autoreferenziali a nessuno.

C’è un aggiornamento di questi giorni che va proprio raccontato, partendo dall’inizio.

Regione Puglia e Comune di Santa Cesarea, sono proprietari, rispettivamente, del 50,4876 per cento e del 49,47 per cento delle quote della Società delle Terme. La società ha un fatturato poco performante (appena 3.267.800,00 € di ricavi nel  2023) con il patrimonio netto di circa 10 milioni a causa delle perdite di gestione degli ultimi anni: nel 2021 una perdita effettiva di 1,033 milioni di euro (317.833 euro più 715.216 euro di ammortamenti sospesi); nel 2022 mostra una perdita di 1,106 milioni di euro (392.397 più 714.087 di ammortamenti sospesi), mentre il dato contabile del 2023 evidenzia una perdita di 830.488 euro (107.898 euro con 722.590 di ammortamenti sospesi).

A questo punto delle menti perspicaci, probabilmente consulenti ben pagati, immaginano di fare un bando che includa anche la struttura delle nuove terme ormai degradata, che possa coinvolgere dei privati e al contempo liberare la società dai debiti. Il bando di gara è quanto di più tortuoso e labirintico si sia mai potuto impostare. Infatti l’eventuale acquirente privato dovrebbe in sequenza: pagare subito 10 milioni di euro per l’acquisizione delle quote regionali; un canone annuale di affitto d’azienda di 1.2 milioni di euro per i primi cinque anni e di 800 mila euro per le annualità successive, fino al termine della prevista gestione di 60 anni. Inoltre il bando recita: “Il Comune si impegna ad acquistare l’intera partecipazione azionaria detenuta dalla Regione nella società, per un prezzo di 10 milioni di euro», ma il «pagamento del valore della partecipazione della Regione sarà direttamente posto a carico dell’aggiudicatario della procedura di gara, il quale verserà il relativo prezzo ...». Insomma come impossessarsi delle quote senza scucire neppure 1 euro. Fatto tutto questo, l’eventuale nuovo gestore dovrebbe ammodernare le vecchie terme e ristrutturare completamente il nuovo centro termale, a suo tempo immaginato e costruito sull’ immacolata collinetta del Belvedere. Il valore della ristrutturazione (quasi una ricostruzione) del solo nuovo centro termale è stato valutato intorno ai 60 milioni di euro, una cifra monstre e mai recuperabile da nessuna struttura privata che debba offrire servizi moderni ed efficienti.

Puntualmente, il bando che scadeva il 21 dicembre 2024 è andato deserto. Nessun privato, per quanto sponsorizzato dalla politica, poteva permettersi un tale onere. In effetti l’impressione generalizzata è che, nonostante debiti, perdite e investimenti da fare (senza soldi), nessuno voglia mollare la presa. Nessuno degli attori in campo è davvero disponibile a fare un passo indietro per tentare di rilanciare le uniche terme in Italia poste in riva al mare. Questo bando, immaginato in modo troppo oneroso per qualsiasi investitore, sembra proprio fatto apposta per poter dire in ogni sede: noi ci abbiamo provato ma nessuno si è fatto avanti.  

Alla luce di quest’ultimo episodio rimangono alcune domande di fondo, forse troppo dolorose per essere poste. C’è ancora spazio per un business delle cure termali in assenza del contributo statale a impiegati e pensionati? Qual è il modello di sviluppo intorno a tale risorsa che il Comune intende sviluppare? Va immaginata una nuova fusione di Comuni che comprenda anche Otranto e Castro e che possa fare una vera capitale del turismo sostenibile di qualità? Non è forse tempo di superare gli antichi campanilismi e le antiche consorterie familistiche? Oppure lo status quo è il vero obiettivo collettivo?

Intanto nella cittadina c’è poco movimento, anche dopo che il fallimento del bando di gara. Tra i pochi residenti invernali non trapela preoccupazione, il mondo va avanti lo stesso. Santa Cesarea è il paradigma non solo del sud ma dell’intera Italia: si corre lungo un crinale pericoloso, sopra una scogliera frastagliata con serena noncuranza, rischiando sempre di cadere, senza mai quel balzo dignitoso verso la logica e la sicurezza. Bizantinismi a fiumi, conditi da una bellezza da cartolina, quasi mai di sostanza.
       

Querce news - febbraio 2024                                                                                                                                             

alfredo de giuseppe

2025-02-05 "La Regione Spendacciona" - 39° Parallelo

  

È notizia di queste settimane che le Regioni del Sud, la Puglia in testa, ricevono dallo Stato molti milioni in meno di quanto avrebbero bisogno. La differenza tra la spesa storica e il fabbisogno standard è di circa il 10%. In particolare la Puglia incassa per la spesa sanitaria circa 8 miliardi di Euro l’anno contro, ad esempio, i 10 miliardi dell’Emilia Romagna che ha approssimativamente lo stesso numero di abitanti. Al di là di propagande, di promesse e ritorsioni politiche, la sostanza è che il Sud rimane una zona depressa, un luogo da cui scappare per insufficienza cronica di risorse. Un’autonomia differenziata che nasce male, zoppa, inefficiente e demagogica, come quasi tutte le riforme degli ultimi 30 anni.  

Però delle riflessioni di carattere più generale si impongono, se davvero si vuol vedere in questo Paese una prospettiva di sviluppo armonico, efficiente e giusto. Innanzitutto la spesa esagerata dell’apparato Regione, ovunque essa sia. I consiglieri regionali hanno uno stipendio e una serie di rimborsi assimilabili a quelli dei parlamentari. Solo la Puglia ne ha 51, fate da soli le moltiplicazioni. A questo aggiungete una pletora di funzionari, consulenti, avvocati e servi sciocchi che aumentano a dismisura il costo annuo per il solo funzionamento della struttura.

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2025-01-30 "I tanti perché" - Querce news

NASCE QUERCE NEWS - EDITORIALE DI GENNAIO

Perché un nuovo giornale, un hub di notizie, un raccoglitore di idee? Innanzitutto dobbiamo rispondere con efficacia, dal basso, nel nostro piccolo alle sfide che ci vengono dall’alto. Dal Mondo sempre più globalizzato ma sempre votato all’ingiustizia, dominato da personaggi arroganti e guerrafondai. Dall’Italia che, dimentica dei suoi tragici trascorsi, si avvia verso una nuova svolta autoritaria, le cui dinamiche vanno seguite con attenzione. Un governare propagandistico senza che si siano risolti alcuni nodi cruciali del nostro vivere civile: le differenze tra Nord e Sud; i salari più bassi d’Europa in relazione al costo della vita; una visione ancora poco sostenibile di ogni forma di sviluppo; un mondo giovanile che vuole contare ma spesso finisce per abbandonarsi nell’ignoranza progressiva; una classe politica mal selezionata e poco reattiva; le Istituzioni che appaiono curve su loro stesse, alla ricerca di un perenne consenso senza sostanza.

Tutte le altre risposte verranno nel rullo giornaliero di un supporto mediatico come questo che vuole essere serio e rigoroso, che vuole ospitare commenti e statistiche, che desidera rapportarsi con la popolazione che spesso rimane vittima delle proprie scelte.

Buon lavoro a tutti.

alfredo de giuseppe

 

2025-01-31 "Essere La Pupazza*" - il Volantino

  

(da padre a figlia)

È molto difficile parlare de “La Pupazza”. Specialmente se poi dicono che sei il padre. Non è facile, dentro la sua voracità creativa, trovare il limite, direi il fondo artistico e quindi attribuirle un ambito ben definito e valutabile. Lei al contempo potrebbe dipingere un’intera cattedrale e scrivere mille pagine di fantasie, poesie, liriche. Lei è ancora un work in progress ma so che, come un novello Michelangelo pop, affrescherebbe una qualunque Sistina in una decina di giorni, con una velocità inattesa, con la mano che pare possa ruotare in automatico per lunghe ore, pur rimanendo ben collegata all’idea portante, a quella che potrebbe definirsi una maestria innata, fondata su chissà quale antico gene. A lei sembra di sognare spesso le donne dell’antico Egitto ed è convinta che le sue curve, il suo naso, le sue labbra provengano da quella parte d’Africa. Potrebbe essere.

Tutto è possibile nella mescolanza delle razze salentine, sponde aperte verso il Mediterraneo. Potrebbe scrivere come un mistico Omero, quasi d’istinto, poemi lirici basati su tortuosi pensieri, che però sfociano quasi sempre in allegra visione del prossimo e della vita: “Qui tutto si distorce/solo i sentimenti/restano dritti/li ho fritti nell’olio bollente/e sono diventati/ancora più buoni”.

Ricordo lei bambina silenziosa, osservatrice del mondo, ma anche disponibile a crearsi un pianeta parallelo fatto di bolle, linee sinuose da appiccicare ovunque. Quelle linee che sono anche applicabili alla personalità degli umani, che lei vede, studia e inquadra in disegni ancestrali, quasi come una sconcertante sequela di tarocchi rivelatori e disarmati. Immersa comunque in una realtà che a volte all’incontrario va.

Ora che ha raggiunto la piena maturità, posso svelare alcuni particolari sconosciuti ai più: la sua ipersensibilità non le ha fatto bene sfociando per lunghi periodi in sindromi autoimmuni; ha pochi muscoli, la sua forza è tutta dentro l’arte, fuori di essa ha serie difficoltà; non sa mettere in moto una lavatrice né lavare i piatti, ma sa cucinare quando questo significa strafare; si fida delle persone ma ha imparato che molte qualità tutte insieme creano nell’altro diffidenza e invidia e quindi vive frastornata tra la notorietà e la riservatezza; ha il sonno irregolare e non sai mai quando chiamarla; suo figlio Christian ama buttare colore su grandi quaderni bianchi.

Eleonora, autodefinitasi a suo tempo la Pupazza, è molte cose insieme, è in linea con le più moderne espressioni dell’Arte ma anche abbarbicata a mondi antichi. È una poetessa spontanea ma anche una riflessiva e paziente conoscitrice dell’animo umano. Ha insomma tutte le caratteristiche per essere considerata una grande artista contemporanea, una che, continuando il suo percorso di crescita, potrà lasciare il segno nel complesso panorama artistico internazionale.

Non mi dilungherò sulle scelte cromatiche e concettuali delle sue opere, ormai apprezzate in molte parti del mondo. Saranno altri più esperti di me a farlo. Da padre le auguro di stare bene con il suo corpo e la sua mente. Da appassionato tifoso che possa raggiungere traguardi artistici, gratificanti e sognanti, che oggi le sembrano ancora lontani. 

Alfredo De Giuseppe

*Introduzione al libro di poesie e immagini de “La Pupazza”, pubblicato nel gennaio 2025 dal titolo “Buio fosforescente”

2025-01-24 "Le proposte finali"

Il ministro dell’Istruzione e del Merito, l’efficiente esecutore Giuseppe Valditara, ha presentato in Consiglio dei Ministri, sotto forma di decreto, le Nuove Indicazioni Nazionali per il primo ciclo.

La cosiddetta Rivoluzione Culturale, vagheggiata compattamente dal Governo Meloni, parte con le seguenti novità:

  • Studio del Latino a partire dalla seconda media;
  • Abolita la geostoria nelle superiori;
  • Centralità alla narrazione di quel che è accaduto nella nostra penisola dai tempi antichi fino ad oggi;
  • Fin dalla primaria incrementare musica, epica, filastrocche e introdurre lo studio della Bibbia.

Non entrerò, come altri hanno fatto, nel merito della proposta. Valditara da buon leghista, fermo al mondo che non c’è più, fa le sue proposte, considerandole le più vicine al nuovo corso nazionalista e masochista. Io invece mi propongo di estendere la proposta sia per dare un supporto al Ministero sia per portarmi avanti col programma.

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2025-01-10 "Breviario di inizio anno"

A parte l’inversione dei sensi unici di alcune strade di Tricase, lo smantellamento delle piste ciclabili a Lecce e lo stop alle orecchiette di strada nel centro storico di Bari, molte cose stanno succedendo nel mondo in questo inizio del 2025. Alcune ci sfuggono, si accavallano, si confondono, altre sono terribilmente chiare.

Trump non si è ancora insediato come Presidente degli Stati Uniti (per la seconda volta, ahimè) e già azzarda audaci manovre geo-politiche: vuole annettere il Canada, il Canale di Panama e la Groenlandia; vuole alzare in modo esponenziale i tassi per l’importazione di beni dall’Europa e dalla Cina; vuole che la Comunità Europea si disintegri per ricominciare a fare trattative dirette Stato per Stato ai quali già chiede di triplicare le spese militari; vuole dominare il mondo attraverso la tecnologia di Musk, che a sua volta vuole essere determinante nel suo governo. Due pericolosi dott. Stranamore.

Meloni, l’ineffabile presidentessa italiana, tutta patria e famiglia, proveniente da una formazione autarchica, sta svendendo ogni cosa della patria, per la famiglia si vedrà. Qualche mese fa il suo governo ha fortemente voluto la vendita ai tedeschi di ATI, ex Alitalia, poi ha autorizzato la TIM a vendere al fondo statunitense KKR la sua rete primaria e secondaria delle telecomunicazioni conferendo così di fatto il controllo di dati sensibili degli utenti ad una compagnia straniera. Ora sta per sottoscrivere un contratto in affidamento diretto con la società Starlink di Elon Musk: si tratta di una fornitura pluriennale di tecnologia alle nostre Forze Armate e, molto probabilmente, anche alla nostra Protezione Civile. In sostanza tutti i nostri dati sensibili saranno in mano agli Americani, alla faccia del nazionalismo e dell’amor di patria. In lei prevale l’amor di potere, tutto il resto è propaganda, contorsione elettoralistica.

L’ONU ormai non viene più menzionata, come non esistesse, come se ci fosse una diffusa voglia di sopraffazione, senza nessun freno che non sia quello del più forte, delle armi tecnologicamente più avanzate. Quello che sta succedendo in Medio Oriente è devastante: una Nazione definita democratica attacca tutti i vicini, distrugge tutto intorno a sé nel silenzio della Civile Comunità Internazionale, nella connivenza delle Borse, nella mediocrità dei Media. Essi stessi, i Media, depotenziati da un sistema che ha comprato tutto e mal sopporta ogni forma di controllo. Siamo alla mercé di ogni potente, pubblico o privato che sia.

Piove sempre meno, però cemento e asfalto, lottizzazioni e nuovi B&B avanzano senza sosta. La povertà aumenta ma non bisogna dirlo, l’inflazione si è mangiato quasi tutto, le banche guadagnano, la situazione migliora nelle conferenze stampa. I poveri diventano schiavi, il sistema nervoso rischia, le soluzioni sono dentro di noi, ce lo consiglia Facebook.

FB 10 gennaio 2025                                                                                                     

alfredo de giuseppe

 

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