1980-12 "L’ultima ispirazione" - Nuove Opinioni

La mia collaborazione a N.O. è stata sempre disarticolata, a volte critica, per qualche tempo entusiasticamente vicina. Mi sembra però di aver sempre capito lo spirito di questo giornale, guidato dalle bande dei cinque.
Mi era sembrato che l’importanza di un foglio autogestito, aperto a tutti gli interventi (filtrati magari da piccoli commenti) fosse notevole e che criticarlo in base alla conoscenza diretta (diremmo meglio pettegolezzi) dei singoli redattori fosse un’ennesima manovra reazionaria.
No, nessuna manovra preordinata ma più semplicemente quello strano chiudersi a riccio, quel fare quadrato con moralismi e vecchie battute alle più piccole novità culturali. E’ quella maledetta storia del paesino che non riesce a dimenticare le piccole beghe familiari e darsi una nuova e più aperta dimensione dialettica. Sembra così che chi scriva e chi parli debba portare sempre acqua a qualcuno. L’ho già detto in altre occasioni: siamo ben miseri ad accettare tali situazioni. Se Nuove Opinioni se ne va, andrà via quel minimo di informazione che in questi anni non ha fatto trionfare le sinistre ma ha messo molte volte in difficoltà il nostro monocolore democristiano, molto più dei partiti d’opposizione che da sempre si limitano a ridicole battaglie nel consiglio comunale.
Se ci fosse la possibilità di trovarsi e sviluppare un programma alternativo, compito di partiti e loro organizzazioni, se solo si tentasse di uscire fuori da schemi prefissati  e magari validi in altri ambienti, se si creasse una rete di distribuzione di spettacoli teatrali, musicali e cinematografici, se le scuole fossero il serbatoio di nuove culture e nuovi dinamismi, se qualcuno dicesse che gioia e divertimento non dovrebbero essere continuamente confusi con l’imbecillità, se ci fosse della gente capace di mostrare come l’economia può diventare economia emersa, se in definitiva ci fosse una richiesta spontanea di persone più pronte e disposte, più preparate nel gestire la “res pubblica”, solo allora Nuove Opinioni avrebbe il retroterra necessario per continuare. In quattro anni un lavoro basato sull’entusiasmo di poche persone perde necessariamente in grinta e stimolo. Il limite della redazione è proprio quello di non aver visto col tempo come la complessità delle cose, quindi le trasformazioni politiche e culturali, sono i limiti insuperabili per un proprio rinnovamento.
E’ chiaro che gli appelli e le buone intenzioni cadono nel vuoto se intorno c’è il vuoto. Queste sono tutte considerazioni logiche e dettate dai fatti, e pure c’è tanto rammarico per queste quattro pagine, pulite e precise, che non ci saranno più.
Qualche tempo fa, quasi tre anni, Carlo il direttore indiscusso, mi trova per strada e mi chiede:
- Questo mese non ci scrivi niente?
- Sai- dissi scherzandoci su- non sono e non vorrei essere uno scribacchino di professione e scrivo solo quando ho l’ispirazione. E chissà, l’ispirazione può venire ogni sei mesi.
Da allora sono stati tre anni di tormento. Ogni caffè insieme, ogni discussione era preceduta dalla solita, irritante e simpatica domanda:
- E’ arrivata questa ispirazione?
Ecco ora è arrivata e potrebbe essere l’ultima.
E se davvero fosse l’ultima vorrei che rimanesse aperta la possibilità di incontrarci tutti quanti, di contarci, di vedere cosa vogliamo cominciare. Solo così N.O. non sarà inutile neanche dopo perché sarà un’esperienza importantissima, un altro anello nella catena della nostra mente che piano piano si aprirà alla complessità delle faccende umane.

                           

Nuove Opinioni - 4 Dicembre 1980

Alfredo De Giuseppe

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