2001-09 "Schizofrenia turistica" - Nuove Opinioni
Se la schizofrenia esiste, se davvero è una malattia, anche io ne sono affetto. Voglio il telefonino che funzioni e poi non voglio le antenne fra i piedi; mi è indispensabile l'elettricità ma non vorrei vedere un solo elettrodotto; voglio mangiare sano ma spendere poco; voglio un mondo pulito e poi vado quasi sempre in auto; predico contro l'inquinamento e poi non so organizzare neanche la differenza fra la spazzatura di casa mia; vorrei un mondo più razionale ma guardo con sospetto la globalizzazione e poi vorrei che non ci fossero le guerre e invece non riesco a fare neanche un manifesto di solidarietà quando muoiono milioni di persone; vorrei risolvere qualcosa ma in genere complico ogni cosa che tocco. Questa premessa schizofrenica (e indifferente) facevo qualche giorno fa pensando a quanti chiedono un grande afflusso turistico verso le nostre terre. Se mi chiedono di far parte di una società di capitali per costruire un villaggio turistico dico si, ma se mi chiedono di programmare uno sviluppo bello per il nostro Basso Salento dico un'altra cosa. E in quest'ultimo caso parto da altri presupposti: tutto ciò che ha resistito alla distruzione generata dal modernismo sfrenato degli ultimi trent'anni andrebbe salvaguardato come una reliquia. E senza tanta teoria (quanta, sui nostri giornali), passo ad un esempio. Prendiamo le Ferrovie Sud-Est e la loro squassata situazione. Ho fatto un giro tempo fa e sembrava tornare ai tempi eroici delle prime locomotive ed ecco che un punto di estrema debolezza può (anzi deve) trasformarsi in un punto di forza. Immaginate che questo treno diventi una metropolitana efficiente ma con l'aria "anni 50", un collegamento vero fra diversi paesi del Salento ma con carrozze demodè. Ha resistito a tanti tentativi di cambiamento che merita di diventare ormai un'attrazione, con fermate differenziate, quelle di città per chi lo utilizza da pendolare e nelle stazioncine di campagna (oggi per lo più abbandonate) per chi voglia organizzarsi un percorso culturale/ecologico. Un modo diverso di vedere il Salento, che chissà perché tutti vogliamo pieno di autostrade, alberghoni sul mare, locali strombazzanti. Questo c'è già in tutto il mondo, ragazzi. Il nostro vero salto di qualità avverrà quando riusciremo a fare qualcosa di veramente originale, coinvolgendo la nostra gente a ragionare sulle proprie ricchezze e non su quelle indotte da un turismo di massa. Il trenino che in Perù va sulle montagne è diventato una meta turistica, l'Orient-Express ricorda atmosfere vittoriane, il nostro trenino sarebbe un'icona del Salento, mentre oggi è qualcosa di cui ci vergogniamo, che trattiamo con distacco, anzi come se non se esistesse. Mille idee mi vengono in questo momento sul trenino/metropolitana del Salento, con percorsi agricoli, gastronomici e archeologici e i capistazione con la divisa alla Vittorio De Sica. Esempi come questo, adottabile forse per altre situazioni similari, possono darci quella caratterizzazione che invece aborriamo, costruendo senza pensare alle nostre paiare, abbattendo i muretti a secco perché il cemento è più pulito, coinvolgendo masse di gente su proposte uguali a quelle di Rimini (solo un po’ più piccole), perché facciamo le spiagge come Ibiza, facciamo le cartoline come la Grecia. Il nostro sole non è poi così bello da pensare ad un turismo di mare per cinque mesi all'anno, ma le nostre pietre millenarie, i dolmen, le chiese e le leggende, i castelli e i cibi ci sono tutto l'anno: basta inventarsi qualcosa che sia davvero unico e può bastare un trenino anni ‘50 per avere un'industria turistica. Qualcuno obietterà dove li accogliamo questi turisti e io ribatto: nelle nostre case, perché solo così la ricchezza del turismo diventa diffusa e non di poche grosse società. L'impatto ambientale migliore è quello che non permetterà di costruire ancora, perché abbiamo case a sufficienza per noi e i nostri ospiti.
In attesa di un medico che mi curi da questa grave malattia o di un amico che mi regali un trenino della Lego, vi esorto, comunque, ad allenare la mente a pensieri meno banali.
Nuove Opinioni - Settembre 01
Alfredo De Giuseppe