2008-10 "Fenomenologia di Antonio Turco" - Il Volantino
Ebbene, lo ammetto: quando leggo gli articoli che puntualmente appaiono sul Volantino a firma di Antonio Turco, sorrido sempre. Non che i suoi scritti abbiano intenti divertenti o ironici. Mi fa sorridere la sua ingenua filosofia, il suo inutile tentativo di apparire un estimatore della scuola giornalistica anglosassone. Benché tenti disperatamente di condire ogni suo scritto di piccole citazioni e di vestirlo di una certa obiettività si intuisce alla prima parola il suo pensiero, la sua spiccata volontà di addolcire l’animo del suo protetto. In genere un protetto politico, anzi un protettore, di cui da anni, forse dall’infanzia, il nostro caro Antonio, pare abbia ardentemente bisogno. Tanto necessario nel suo sviluppo politico da risultare appunto ingenuo o addirittura continuamente distorto. Attenzione: ognuno di noi ha diritto ad essere un servant di qualcun altro, ognuno di noi ha diritto di riferire il pensiero che fa piacere ad un altro, ma buona regola giornalistica vorrebbe che ci fossero delle avvertenze. Faccio un esempio: nel Volantino n. 42 del 1 dicembre ci sono due articoli, uno di Giovanni Bongo, e l’altro del nostro Turco, entrambi sulla situazione politica di Tricase, cose varie, pensieri in libertà. Bene, uno in calce si firma come segretario di Rifondazione Comunista, l’altro solo con il suo nome e cognome. La sua innata e in fondo sana ingenuità lo porta a pensare che quel fatto gli garantisca una specie di obiettività giornalistica che lo mette al riparo da ogni accusa di partigianeria. Siccome però tutti hanno il dubbio che possa scrivere ispirato da pensieri di dubbia paternità, sarebbe bello che in calce ad ogni suo articolo apparissero piccole note tipo “portavoce del sig…” oppure “a difesa della politica sancita dal partito…” o ancora “scritto dopo aver letto montagne di libri sulla gioventù eterna del mio eroe” e così via. E’ una questione di chiarezza.
Nel suo articolo il nostro opinionista/eroe, che qui per estrema chiarezza, rimane il nostro Turco, disapprova fortemente, anzi quasi si arrabbia (Dio ce ne liberi che questo accada mai davvero) intorno ad un sondaggio/gioco elettorale realizzato da "Il Gallo”. Non entro in merito alla bontà di tale iniziativa ma rimango sul fenomeno Turco, colui che intravede dei pericoli per la Democrazia. A tal proposito il nostro obietta che i “nuovi eroi” che eventualmente volessero affacciarsi alla tanto agognata Politica Tricasina dovrebbero avere dei crismi particolari quali la nomination dei partiti ufficiali e quella naturalmente del nostro amato Turco. Ricordo infatti che lo stesso non ebbe dubbi, quando scavalcando recinti di primarie, di partito, politici, geografici e semantici si travestì da Re Magio e arrivò, guidato dalla sola stella cometa, fino ad Alessano a proporre ad un perfetto neofita della politica quale era allora l’ing. Antonio Coppola di divenire l’unico candidato Sindaco del centro-sinistra. Operazione felice e forse mai più ripetibile, perché esattamente come a Nazareth, Cristo nasce una sola volta. Tanto fu felice quella intuizione che il nostro eroe ebbe in dono un bellissimo assessorato, di cui nessuno ricorda alcunché.
Quindi al nostro eroe consiglierei di non pensare sempre all’interno dello stesso schema, ma di uscire dai suoi angusti confini e vedere davvero cosa c’è intorno a lui, a non chiudersi a riccio rispetto alle novità, le poche che Tricase potrebbe offrire: un domani potrebbe essere catalogato fra i conservatori e questo sarebbe davvero un guaio per un liberale come lui. Anche questo suo continuo richiamo ad una certa tricasinità bonaria e accomodante dovrebbe essere rivisitata perché i frutti che ha prodotto sono sotto gli occhi di tutti: divisioni, lacerazioni, immobilismo e soprattutto cattiva amministrazione e mai una vera autocritica.
Infine per quel che mi riguarda ho letto il sondaggio in questione con molta leggerezza, so che sarà il quadro delle alleanze e dei veti incrociati a delineare il vero quadro politico (come ama sottolineare Antonio). Vorrei tranquillizzare tutti: non sarà un sondaggio a farmi decidere se dovrò candidarmi in prima persona alla gestione della nostra martoriata cittadina. Le questioni da affrontare sono altre e più complesse ma queste vanno oltre lo schema fenomenologico di Antonio Turco e le vedremo più avanti.
Il Volantino – Ottobre 2008
Alfredo De Giuseppe