2009-05 "Pensieri di Maggio" - 39° Parallelo
Elezioni provinciali. Si parla tanto di eliminare le province e poi eccoci qui a dover scegliere fra ben 23 candidati, tante liste collegate ai tre candidati presidente da far pensare ad una proliferazione innaturale e probabilmente inarrestabile. Però vorrei fare una piccola considerazione: l’eliminazione delle Province sembrerebbe essere proposta da tutti per risparmiare sui costi della politica e fin qui siamo ai soliti proclami populisti. Se questo governo dovesse davvero varare una riforma del genere, poi troverebbe un sistema per creare un’altro ente che avrebbe gli stessi costi della Provincia, con un nome più bello e più ridondante, come ad esempio Territorio degli Ulivi Secolari, oppure Antica Terra dei Messapi, o meglio ancora Territorio delle Pietre Sofferenti. Piccola proposta: lasciamo le Province così come sono, diamogli più forza eliminando qualche ATO di troppo, qualche inutile Unione dei Comuni.
Elezioni europee. Ricordo perfettamente quando eravamo il popolo più europeista del mondo. Poi l’Europa ci ha imposto delle piccole regole, semplici e banali come quello ad esempio di avere i conti dello Stato in ordine. Poi ci ha richiamato al rispetto di alcune leggi fondamentali, come ad esempio la libertà d’informazione, il diritto ad avere un processo rapido, il rispetto dei diritti umani, la laicità dello stato e altre cose di questo tipo. E allora ecco emergere il nostro carattere anarcoide e anti statale: quindi l’Europa è la nemica da abbattere, ogni giorno, con sistematicità, goccia dopo goccia,. Lo sa bene il duo Bossi-Tremonti, che con la benedizione del Cavaliere, è riuscito a far individuare nell’Euro, nella maggioranza degli Italioti, tutti i mali dell’economia e del disagio sociale. Ricordo sommessamente che l’Euro e i suoi vincoli ci hanno salvato finora da un disastro annunciato, che all’inizio degli anni ’90 sembrava sempre più vicino. Ora una Sinistra Illuminata dovrebbe lottare ogni giorno per formare un vero Stato Europeo, lasciando ai vari parlamenti nazionali la dignità di leggi regionali, mai in contrasto con quelle europee. Un unico Stato europeo con un'unica tassazione, una lingua comune, una giustizia comune:questa si che è un’utopia per la quale val la pena lottare.
Multietnico. Il nostro Presidente del Consiglio ha detto che l’Italia non vuole essere un paese multietnico. Come consuetudine le sue dichiarazioni cercano di colpire la pancia molle degli italiani, i quali in effetti ormai pensano che una vita senza gli stranieri sarebbe di gran lunga più armoniosa e perfetta. Tali dichiarazioni accrescono il consenso elettorale e formano torme di razzisti pronti alle ronde e alle deportazioni di massa. Vorrei ricordare che l’Italia è per definizione un paese multietnico in quanto da sempre esposto alle dominazioni straniere, di popoli orientali e occidentali. Siamo stati crocevia del Mediterraneo che fino a qualche secolo fa era l’unica strada di comunicazione: ognuno di noi ha nel suo DNA una percentuale saracena, spagnola, araba, francese o africana. Negli ultimi sessant’anni abbiamo commesso l’errore di dimenticare questi passaggi, e incupiti e forse anche ringalluzziti da qualche quiz e qualche vittoria sportiva abbiamo pensato di essere i migliori. La nuova società che va formandosi, basata sul continuo spostamento di una moltitudine sempre crescente di persone, va reinterpretata, nuovamente studiata. Partiamo da un unico, indiscutibile presupposto: siamo quasi sette miliardi di umani e tutti vorremmo stare e meglio e godere un po’ di più anche dei beni materiali, o almeno magiare tutti i giorni.
Noemi story. La storia della diciottenne amica di Berlusconi ha fatto il giro del mondo, soprattutto per le bugie del premier. Un po’ mi dispiace per questa ragazzina, eppure lei è il paradigma della cultura giovanile degli ultimi anni. Il book a Emilio Fede, la televisione come unico successo percepito, la notorietà basata solo sul proprio fisico, la politica come scorciatoia finale. Tuttavia rimane una ragazzina, con la madre assetata di successo, con gli amici che guardano “Amici”, con in testa il Grande Fratello. La scuola non riesce da anni a creare modelli da emulare, qualcuno dovrebbe riflettere.
39° Parallelo – Maggio 2009
Alfredo De Giuseppe