2011-08 "Caro Antonio Musarò," - Lettera manifesto

Caro ex-sindaco, le rispondo da ex-consigliere di minoranza della sua Amministrazione, per dirle pubblicamente che, pur capendo la sua delusione, pur dando per scontato che lei si è impegnato in questa sfida e che lavorava in buona fede per il bene della città, non è più sopportabile l’infinita scia di vittimismo allo stato puro con la quale sta riempiendo giornali e muri di Tricase.

Sarebbe ora, per far crescere questa città, che ognuno di noi aggiungesse una qualche analisi oggettiva al proprio operato: qui invece pare che non alberghi mai l’autocritica. Se ci fosse un po’ di umiltà, oltre al vittimismo, lei dovrebbe ricordare a tutti noi alcune piccole verità:

  1. C’è un peccato originale nella sua candidatura che lei ha preteso fosse unica, unendo tutte, ma proprio tutte le anime del centro destra, dalla più nera alla più bianca. Una candidatura senza un progetto, ma forse lei non aveva capito che era stato scelto solo per avere un nome “buono” per vincere; (si ricorderanno di questo i nostri elettori?)
  2. Lei in tre anni ha cambiato quattro Giunte, tornando spesso sui suoi passi, e senza mai dare ai cittadini una spiegazione, né politica né amministrativa; spesso lei è sembrato in preda ad un tremendo stato confusionale che lo portava a dichiarazioni contrastanti nel giro di poche ore;
  3. con i suoi assessori è stato spesso in contrasto, senza che mai nessuno abbia davvero capito il motivo del contendere; nell’ultima fase più che una squadra di governo sembrava una perenne guerriglia interna che bloccava ogni decisione; la sua capacità di tenere unita la squadra è stata considerata pressoché nulla dai suoi stessi assessori;
  4. ha cambiato quattro tecnici responsabili dell’ufficio tecnico, lasciandolo in uno stato di immobilismo di gran lunga peggiore di quello che aveva trovato; uno dei maggiori problemi di Tricase è rimasto irrisolto;
  5. la sua Amministrazione ha superato tutti i record negativi per numero di convocazioni dei Consigli Comunali e delle relative commissioni. Lei dice di aver lavorato tanto, ma noi, nelle sedi istituzionali, non ce ne siamo francamente accorti; le ricordo che mai ha preso la parola in Consiglio Comunale per difendere una sua idea, né mai ho udito una sua proposta costruttiva e concreta in altri contesti;
  6. una serie di progetti (vedi il porto, la zona 167, la Cittadella della Salute o la strada 275) non hanno avuto adeguata preparazione e spesso affrontati all’interno di camere oscure; non si dovevano condividere le idee per una Tricase migliore?

Lei, caro Antonio, fra le tante false scuse di questi giorni, ha dimenticato di aggiungere una frase del tipo “scusate cari cittadini, forse ho sbagliato ad accettare di fare il Sindaco, forse non era un ruolo adatto a me.

Umiltà è anche dire una semplice verità agli altri e a sé stessi!

Con affetto

 

Lettera Manifesto – Agosto 2011

Alfredo De Giuseppe

 

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