2013-03 "Un funerale per il Salento" - Il Gallo
Quattro corsie e un funerale è il titolo del bel volume di Francesco Greco (Edizioni Miele, 2012, Gagliano del Capo, € 14,00), che, almeno a livello teorico, tenta di mettere una parola fine alla diatriba sulla vicenda della nuova strada 275. E’ un libro che raccoglie i No nelle sue forme più variegate, a cominciare dalla prefazione di Vito Lisi, coordinatore del comitato che si oppone anche a livello legale a questa nuova inutile sciagura ambientale, dall’Avv. Paccione che denuncia una saga dell’illegalità, dall’archeologo Marco Cavalera, dall’agronomo al climatologo, dall’imprenditore al poeta, dal regista al cantante, dall’archistar allo scrittore psicologo, per finire con una lunga postfazione dello stesso Francesco Greco, oltre ad un racconto inedito dal titolo “Lo Stupro”. Una raccolta di idee, di informazioni, di sensazioni e sentimenti. Francesco, che vive a Montesardo, e nella sua biografia vanta collaborazioni con decine di giornali, oltre che essere allievo di Mario Gismondi, Montanelli e Maria Corti, se ha scelto quest’impostazione avrà fatto delle valutazioni sia dal punto di vista giornalistico che dal suo intrinseco essere ambientalista. Lui non voleva creare un nuovo dibattito fra i due schieramenti, semplicemente lui vede che non c’è schieramento favorevole ad una strada sovradimensionata e devastante, c’è invece la lobby del cemento, silenziosa, onnivora che non ha bisogno del consenso generale, sente di aver già vinto la partita. Era importante, quasi urgente per Francesco, raccogliere le differenti voci di chi ama il Salento, non necessariamente uniformi, vedi Romina Power, perché emergesse con tutta la forza possibile la violenza che sta subendo un territorio piccolo e unico. Si intuisce pagina dopo pagina che non è in discussione un semplice ampliamento di una strada, ma si vanno analizzando con la dovuta attenzione due questioni aperte di questi ultimi decenni: la pretestuosità di opere gigantesche per aumentare i profitti di pochi (i progettisti hanno già incassato parcelle da milioni di euro) e la sistematica distruzione del paesaggio e della storia in esso contenuto. La follia di queste due follie concatenate risulta ancora più folle della semplice somma, per il fatto che il turismo oggi si nutre di autenticità e paesaggi incontaminati e non di autostrade monumentali.
Francesco scrive: “L’idea di questo instant-book mi è venuta in un caldo marisciu dell’estate 2011, aggirandomi, insonne, sui luoghi dove dovrebbero arrivare le fauci del “mostro”: quelli della mia infanzia. Il regno del serpe nero e la vipera, il caffè selvatico e l’asparago, la spurchia e la ginestra, il gatto selvaggio, le volpi, i fagiani, e i falchi maestosi che di giorno s’aggirano sulle nostre teste e dove al tramonto ascolti il verso della tortora. Pensando alle quattro corsie volute dagli “stupratori” contro la volontà delle popolazioni, mi venne una grande tristezza: mi sentii colpevole, depresso, solo…”
Con Francesco sono in sintonia su tutto ma su una cosa farei una riflessione, sulla frase “contro la volontà delle popolazioni”. Mi sembra che a questa lotta sia mancato proprio il sostegno delle comunità, di quelle persone ancora silenziose che non sono favorevoli ma neanche contrarie, che vivono l’uso del territorio con rassegnazione, fidandosi di ogni progetto che arrivi dall’alto, un po’ per la propaganda che spaccia queste cose come sviluppo e posti di lavoro, ma soprattutto per una cultura esistenziale svincolata dalle capacità ambientali. Molti salentini non si rendono ancora conto di vivere in un territorio fragile, anche piccolo, dove ogni pietra andrebbe salvaguardata, ogni muretto protetto, ogni pianta valorizzata, ogni antica storia riproposta. Questa sarebbe la ricchezza di un popolo, cominciando dai ragazzini. Ecco perché leggendo il libro di Francesco Greco mi è venuta l’idea che questo sarebbe il classico volume che presidi, direttori e professori dovrebbero adottare nelle scuole di ogni ordine e grado: qui, nella sua semplicità, c’è il passato, il presente e il futuro del Sud Salento. Una roba da essere orgogliosi.
Il Gallo - Marzo 2013
Alfredo De Giuseppe