2014-09-13 "Gli scheletri di Tricase" - Il Volantino
Tre avvertenze: qui non faremo distinzione fra pubblico e privato perché quando parliamo di ciò che si vede a cielo aperto, tale distinzione non ha senso (comunque il diritto alla bellezza è di tutti); poi non faremo nomi e cognomi ma sono tutti lì, ben noti, ben presenti nelle carte della burocrazia comunale e nella percezione di tutti i cittadini. Terzo, la malinconica elencazione che segue non è esaustiva e forse non può esserlo.
Chiacchierando di scheletri, stavolta cominciamo da Lucugnano dove c’è fin dagli anni ‘80 un edificio scolastico mai completato in via dei Cipressi, affianco ad un’altra scuola. E’ un mostro di struttura, un immondezzaio autorizzato. Attenzione: anche a Depressa non ci sono più studenti e insistono due plessi scolastici, da quest’anno inutilizzati.
A Tutino c’è soprattutto il Castello, prima comprato dal Comune nel 1988 e poi restituito (per mancanza di fondi) nel 1991 al proprietario che, nei decenni precedenti lo aveva usato come deposito e lavorazione di tabacchi. Ora, nel più assordante silenzio delle istituzioni, lo stesso proprietario non intende investire neanche nella manutenzione delle bellissime mura di cinta e dell’antico fossato. A suo tempo già deturpato nella sua estetica essenziale da case autorizzate a ridosso, da alberi di montagna, e da una quantità incredibile di cartelli stradali e pubblicitari, pali della luce, e spazzatura varia, il Castello dei Trane è un gigante supino e sofferente. Ma Tutino, che è anche l’esempio negativo della distruzione di quasi tutte le case a corte, ha anche altri scheletri, uno su tutti, esemplare: una costruzione nelle vicinanze della Chiesa che prese il posto di una magnifica masseria del 1600 (abbattuta nella settimana di ferragosto nel silenzio connivente) e che dopo trent’anni è ancora in costruzione, senza finestre, ferma nel suo orripilante realismo geometrico di stampo paramafioso. (I pochi che si opposero furono puntualmente derisi).
A Tricase Centro salta agli occhi la casa natia di Giuseppe Pisanelli in via Tempio, in totale abbandono e deturpata da saracinesche e grate. A pochi passi dal centro, in via Mascagni, angolo via Rossini, qualcuno autorizzò il cosiddetto “Albergo Marsilio”, mai completato, tinteggiato di giallo, da decenni in abbandono per manifesta inutilizzabilità dell’opera, concepita male, realizzata peggio, occlusa da case, senza parcheggio, senza servizi. Ma non possiamo dimenticare i palazzi mai completati delle Case Popolari nella zona 167, dove la situazione, benché vi siano ampie assicurazioni ad ogni campagna elettorale, peggiora ogni anno di più. Per non farci mancare niente abbiamo anche le serre dove un tempo si coltivavano i fiori che sono preda di erbacce e vipere. Questo terreno, posto a ridosso del centro storico e primo impatto per chi giunge dal Porto, a detta del buon senso generale, sarebbe una grande alternativa al traffico e ai parcheggi, ma non pare che ci sia mai stato qualcosa del genere nell’agenda politica tricasina.
Anche nello sport non siamo secondi a nessuno, abbiamo campi sportivi disseminati, tutti da risistemare, tutti con mura alte come carceri, dove se vuoi organizzare uno sport tipo l’atletica è quasi impossibile. C’è un palazzetto dello sport mai completato vicino all’altro palazzetto (qualcuno spiegherà mai il perché?) che fa bella mostra di colonne in cemento e tribune piene di “scarascie”.
Ma se dobbiamo dare l’oscar scheletrico non possiamo che darlo all’immobile situato sopra il porto, autorizzato in zona non autorizzabile, in deroga a tutte le norme perché doveva essere il primo albergo di Tricase Porto (siamo nel 1968). Peccato non abbia mai avuto un solo ospite, anche perché stiamo parlando di un progetto senza alcun senso imprenditoriale, se non quello di fregarsi i soldi della Cassa per il Mezzogiorno e costruirsi una bella residenza estiva nel posto più ambito del circondario. Neanche adesso che sta per crollare, pericolante e abbandonato dai proprietari che non si vedono da decenni, c’è qualcuno che tenta di trovare una soluzione.
Molti dicono che Tricase ha molti scheletri nell’armadio. A me sembra che basta e avanzino gli scheletri che sono ben visibili, fuori dall’armadio, di fronte ai nostri occhi, che benché allenati, si avvelenano di bruttezza.
Il Volantino - 13 Settembre 2014
Alfredo De Giuseppe