2016-02-20 "La tessera del partito maggioranza" - Il Volantino

Riprendo la riflessione di Alessandro Distante, apparsa sul Volantino del 6 febbraio, dal titolo “Disorientato”, per parlare del tesseramento del PD.  Si potrebbe obiettare in premessa che non essendo il partito in cui milito non è necessario interessarsi del funzionamento di quel movimento politico, che in definitiva può fare e disfare al suo interno come meglio gli si confà. Nella realtà parliamo a livello generale del Partito che sta governando l’Italia e la Regione Puglia e, nel particolare, a Tricase della formazione politica che sta sorreggendo l’attuale maggioranza fin dal 2001: interpretare le dinamiche interne di quel partito significa cercare di capire dove va oggi la democrazia, quali possono essere le nostre aspettative, quali nuove frontiere stanno per aprirsi. E quindi cerchiamo di riassumere brevemente quel che sta succedendo nel PD tricasino (che a ben guardare sta avvenendo in tutta Italia). Segretario cittadino del Partito Democratico è Stefano Valli, un bravo ragazzo che per anni ha tenacemente voluto quel ruolo: si ricordano ancora le sue intemerate pubbliche contro Vanessa Nicolardi tacciata di scarso attivismo. Arrivato nel ruolo tanto agognato, Valli ha smesso qualsiasi ipotesi di operatività ed ha iniziato a ricevere costanti consigli dai vecchi cantori della politica tricasina. E al momento appare la sua unica seria attività, non avendo il partito né una sede dove incontrarsi né mai promosso un incontro pubblico o un manifesto, una presa di posizione, se si esclude quello sul vecchio cimitero, a tempo abbondantemente scaduto.  D’altro canto il PD è nella maggioranza consiliare dove il Sindaco non è iscritto al partito e dove il capogruppo Carmine Zocco cerca incessantemente visibilità che non trova, non avendo in effetti gli aderenti al PD nessun ruolo istituzionale, neanche uno scalcignato assessorato. In questo quadro (immacolato) si inserisce all’improvviso il buon Nunzio Dell’Abate che dopo anni di militanza nelle fila del centro-destra, di decisa e muscolare opposizione consiliare, alle ultime elezioni regionali decide di lasciare l’UDC e appoggiare apertamente il candidato di Patù del PD, Ernesto Abaterusso. Per inciso va ricordato che il noto politico del sud Salento è in aperta competizione (eufemismo) con l’altro consigliere regionale Sergio Blasi che a sua volta è stato sponsorizzato  a Tricase dalla maggioranza del partito. Passate le elezioni regionali e avvicinandosi la scadenza del nuovo tesseramento, Nunzietto, spinto stavolta da Ernesto, decide che è il momento di cambiare definitivamente casacca. Insieme a lui, dopo incontri travagliati, lo decidono anche gli altri consiglieri comunali eletti nelle sue liste e precisamente Gianluigi Forte e Vito Zocco, oltre a Guerino Alfarano che nel frattempo era uscito dalla maggioranza e che ora rinnova la sua tessera con maggiore convinzione. Insieme a loro una cinquantina di simpatizzanti della ormai vecchia UDC. A questo punto si alzano le barricate, i vecchi alfieri si appellano alla purezza della razza, Valli finalmente dà segnali vitali e invia il nuovo pacchetto tessere all’analisi degli organi provinciali i quali in definitiva ratificano il tutto senza grandi problemi. Conseguenze immediate di questo resoconto: nel Consiglio Comunale di Tricase ora sono tutti in maggioranza (Pasquale De Marco comunque c’è e Tony Scarcella sa che Forza Italia è in confusione). La minoranza si è fusa dentro la maggioranza, il PD è la casa comune che appoggia Coppola e che domani sceglierà il candidato Sindaco.  Dell’Abate dovrà tentare di convincere la maggioranza del PD che il candidato ideale è lui, il non politico dei tempi moderni.

Questo bel raccontino, che in fondo sarebbe anche divertente, predispone ad alcune nuove riflessioni. Innanzitutto il berlusconismo prima e il renzismo dopo hanno determinato la visione della politica come pensiero liquido, cangiante e mutevole come lo scorrere delle news su facebook. Appartenere ad un partito non è una scelta di ideali, di principi, di utopie ma la linea pragmatica più comoda per arrivare al potere.  Quando questa traiettoria trova qualche ostacolo si può cambiare casacca senza bisogno di avere troppi sensi di colpa. Basta contare quanti parlamentari l’hanno fatto dal 2013 ad oggi.  Continuando così non solo non ci sarà più destra e sinistra ma solo estremismi quasi armati ai lati e un centro marmellata che si regge sul denaro e sulla burocrazia invasiva. Nel momento di massima espressione di questa pratica che si potrebbe definire “adeguamento alla realtà che cambia”, Tricase segue la scia e poco conta se nell’elettore la confusione diventa totale e talmente inspiegabile che nessuno vuole neanche più capirla. Perché qui a dirla tutta, in questa vicenda tutti perdono e tutti vincono. Perdono i vecchi signori delle tessere (ex PCI ed ex DC) perché vedono invaso il loro stesso campo, perdono i nuovi arrivati perché accolti con diffidenza e malanimo, perdono i giovani che non hanno più punti ideali di riferimento ma solo potentati a cui aggrapparsi, perdono gli elettori che non sentono mai discutere, per lunghi cinque anni, di programmi e di progetti lungimiranti ma solo di tessere, primarie farlocche e lunghi coltelli. Però in definitiva vincono tutti, soprattutto quelli che con questo sistema sono a galla ormai da decenni (e si vede fin dove ci hanno portato). Capisco il disorientamento di chi non vince e non perde, ma continua a sperare.

Il Volantino - 20 Febbraio 2016

Alfredo De Giuseppe

 

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