2016-08 "Agosto" - FB

Qualche sera fa ero a Tutino, un tempo frazione di Tricase, ora quartiere, di cui rimane il Castello col fossato, la chiesa e il suo parroco, un’Associazione attiva e un bar che apre e chiude da almeno dieci anni.

Lì sono nato, sono in grado di notare le differenze: dove c’era una casa e un bel giardino aperto ci sono ora quattro case, oserei dire palazzi. I proprietari, d’accordo o in disaccordo fra di loro, hanno alzato muri tali da sembrare una prigione volontaria: nessuno parla più con nessuno. Le case a corte che predisponevano al confronto, al litigio, al dialogo, all’amore, al sesso e alle rivendicazioni sono state tutte abbattute, non c’è più traccia di amore, sesso e dialogo mentre rimangono litigi e rivendicazioni. Non sono un nostalgico tout-court ma l’altra sera ripensavo a quelle sere d’estate con le mie nonne, seduto sul limite della strada: con un gesto semplice si radunavano i vicini, si rideva di tutto e la vita sembrava davvero avesse una leggerezza inossidabile. Nelle sere di pieno agosto, si andava a letto dopo mezzanotte ed era già festa, senza fare niente di più che aspettare la brezza notturna. Mentre osservavo le rovine edilizie, cercavo di intuire i piaceri reconditi del progresso, guardavo le persone aggrappate allo smart phone e veleggiavo fra Blade Runner e le lenzuola tessute di notte dal telaio di nonna Antonietta.

Agosto 2016

Alfredo De Giuseppe

 

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