2020-10-26 "L'Italia e il suo portavoce" - FB
Rocco Casalino, il portavoce del primo ministro italiano, in data 25 ottobre 2020 ha dichiarato di avere lievi sintomi del Covid e si è messo in autoisolamento casalingo. Ha specificato lui stesso che è stato contagiato dal suo compagno Jose Carlos. Giuseppe Conte ha subito preso le distanze dall’ex concorrente del grande Fratello: “da quando sono al governo sono sempre stato distante da Rocco almeno un metro”. Quindi Conte è salvo. Lui, il nostro Rocco, si è chiuso in casa con il compagno e parola dopo parola hanno iniziato a litigare su come il buon Jose avesse contratto il virus. Alla fine una bella confessione: “ti tradisco da quando è iniziato il Covid perché tu non mi dedichi più le tue attenzioni. Sei sempre a fianco del tuo Giuseppe!”. Scenate di gelosia, reciproche rivendicazioni e poi la riappacificazione. Però non senza conseguenze gravi.
Rocco, debilitato dalla malattia, preoccupato per Jose Carlos, ha chiamato Giuseppe e gli ha comunicato che doveva staccare la spina. Non poteva più dedicare tutto il suo tempo alla Presidenza del Consiglio: se ci fosse stata un’altra posizione l’avrebbe valutata, ma portavoce di una così complessa figura non se la sentiva più.
E' la sera del 26 ottobre. A quel punto è chiaro: Rocco Casalino si è dimesso. Giuseppe Conte telefona a Vito Crimi, responsabile politico dei 5S e comunica l’accaduto. Vito chiama subito Luigi Di Maio che apprende esterrefatto la notizia. Scoppia immediatamente il caso: chi potrà sostituire cotanto portavoce? Conte attende risposte: senza un uomo così preparato non se la sente di affrontare conferenze stampe e consigli dei ministri. Pretende un sostituto all’altezza. E chiaramente deve essere dei 5 Stelle per non spostare l’asse del governo giallo-rosso.
La mattina del 27 ottobre per il web italiano Casalino è il nome più cliccato. I vertici della piattaforma Rousseau si riuniscono presso la Casaleggio & Associati per decidere se sottoporre al voto del Popolo la scelta del nome del futuro portavoce. Infine si opta per un consulto con i big del movimento, a cominciare dal garante, Beppe Grillo. A quel punto si mettono in moto tutti i big del Movimento, compreso la Taverna e il DiBa e si collegano attraverso Zoom. Alessandro Di Battista è subito il più integralista: il portavoce deve essere uno dei nostri, su questa barricata metterò tutto il Movimento. Sembra quasi serio. Taverna pone il problema delle prossime elezioni romane, sarebbe opportuno che il portavoce fosse uno di Centocelle. Non ha tutti i torti, vista la delicata situazione della Raggi. Crimi ascolta in silenzio e prende appunti, il suo pensiero è un enigma. Di Maio pretende che sulla scelta non metta parola il Presidente della Camera, Roberto Fico perché questo sposterebbe troppo a sinistra la linea del Movimento. Fico interviene e pone un problema di eleganza istituzionale: la scelta va fatta con gli alleati di governo e con lo stesso Conte. A quel punto, sei ore di dibattito non sono sufficienti a dirimere la questione Casalino. Si rimanda al giorno successivo, al 28 ottobre.
Alle 6 di mattina appare un twitt di Nicola Zingaretti che recita così: “Le dimissioni di Casalino ci spingono a chiedere l’alternanza nel ruolo di portavoce del Premier”. Apriti cielo, il popolo del web si scatena, chi infierisce contro il segretario PD e chi se la prende con i vertici del M5S incapaci di decidere. Un caos istituzionale. Intanto Casalino lancia un messaggio in cui consola i suoi fans: lui e Jose Carlos stanno meglio. Almeno questo consola il mondo politico. Francesco Boccia, il Ministro per gli Affari Regionali dichiara con decisione che il Portavoce deve essere un uomo o una donna del PD. Interviene anche Del Rio che al TG1 conferma la scelta di una personalità di rilievo che faccia riferimento alla segreteria del PD che rimane pur sempre l’unico partito radicato in tutti i territori. Giorno 28 trascorre in un effluvio di dichiarazioni e commenti contrastanti da parte dei due partiti di governo.
Il 29 ottobre inizia con un twitt di Salvini che testualmente afferma: è uno scandalo, la solita spartizione di poltrone. Chiediamo un intervento urgente del Presidente Mattarella. Il Quirinale tace. Giorgietti stempera la tensione dichiarando che la Lega è disponibile a confrontarsi su un nome condiviso. Intanto il buon Jose Carlos dichiara apertamente che è stata violata la sua privacy e di essere sotto un attacco mediatico omofobo. Rocco Casalino mette un cuoricino sotto il suo commento. Ormai la situazione politica è fuori controllo.
Il 30 ottobre il TG3 apre il telegiornale con la seguente clamorosa notizia: forse Alessia Marcuzzi sarà la prossima portavoce di Giuseppe Conte, un ruolo così importante che deve essere affidato ad un personaggio pubblico di sicuro affidamento. E chi meglio della presentatrice di tante edizioni del Grande Fratello Vip?
Il 31 ottobre Conte, spazientito dai ritardi dei suoi alleati, li richiama ad una maggiore sintesi. La politica deve decidere. A quel punto intervengono Violante e Bersani che tentano una mediazione, il cui contenuto non è ben chiaro. Calenda commenta cinicamente sulla crisi del governo, mentre la Meloni mostra una sorta di comprensione materna.
Il 1 novembre Casalino dichiara che sia lui che il compagno Jose Carlos sono risultati negativi al tampone. A quel punto Conte chiama Crimi che chiama Di Maio, che chiama Di Battista che si confronta con Casaleggio che scrive sul Blog delle Stelle che finalmente c’è una soluzione alla importante crisi istituzionale che si è aperta in Italia: Rocco Casalino può tornare a fare il portavoce di Conte. Tutti chiamano il grande Rocco e lo pregano di rientrare nel suo ruolo, anche in considerazione dei nostri rapporti con gli USA e dei prossimi impegni con l’Europa. Zingaretti twitta che è contento della soluzione comune. Del Rio si zittisce per coerenza politica.
Il 2 novembre 2020, giorno dei defunti, in una sorta di silenzio contemplativo, Casalino trova un nuovo equilibrio con Jose Carlos, si saluta amorevolmente sul portone di casa e può rientrare nel suo ruolo di portavoce dell’Italia intera.