2024-09-20 "Di Famiglia in famiglia"

Di FAMIGLIA in FAMIGLIA

Fin dall’avvento della cosiddetta Seconda Repubblica, la famiglia, la difesa della sua sacralità e indivisibilità non ha portato bene ai più importanti leader della destra, che nei discorsi elettorali ne hanno fatto sempre un punto di forza. Berlusconi, Bossi, Fini, Casini, questi erano i quattro cavalieri che agli inizi degli anni ’90 avevano sconfitto la sinistra e difeso le tradizionali idee cattoliche, patriottiche e familistiche.

Silvio Berlusconi (pluricondannato, prescritto, corruttore provato di giudici e politici ben prima di candidarsi come premier) era sposato con Carla Elvira Dall’Oglio, aveva una sorella suora e la madre Rosa continuamente menzionata nei suoi discorsi come la perfetta donna cristiana. Comunque tutto questo non gli impedì nel 1985 di divorziare per sposare l’attrice Veronica Lario. Nel 2009, dopo innumerevoli voci intorno ad amanti, giochini, cenette e nipotine inventate, la stessa Veronica scrisse una lettera aperta a Repubblica affermando “attenzione, mio marito è un uomo pericoloso, perché fuori controllo e ricattabile da persone di ogni genere”. (Fu un unicum internazionale per un Presidente del Consiglio in carica). Lui divorziò per la seconda volta (molto ben protetto dai suoi media), si fidanzò di nuovo con la bisex Francesca Pascale e nell’ultima parte della sua vita con Marta Fascina, divenuta anche lei deputata di Forza Italia, forse a sua insaputa (record di assenze alla Camera). Il patriarca che ha creato una famiglia che ha fatto scuola nel mondo.

Umberto Bossi (nel 2018 condannato per aver sottratto indebitamente allo Stato circa 49 milioni di euro, prescritto in altri processi) era sposato con una donna di Gallarate, Gigliola Guidali, che lavorava come commessa e portava a casa lo stipendio. Dopo sette anni la signora scoprì che quell’uomo che usciva ogni mattina con la borsa da medico dicendole dapprima che andava a studiare e poi a fare tirocinio in ospedale, era nella realtà un perito elettrotecnico per corrispondenza, un nullafacente da bar milanese. Dopo varie discussioni lo cacciò letteralmente da casa. L’Umbertone, quando ormai era riuscito ad entrare in Parlamento inventando la Lega Nord, si risposò con Manuela Marrone, di origini siciliane, dal cui matrimonio sono nati tre figli, uno definito dallo stesso padre “il trota”. Una famiglia del nord che ha conquistato l’Italia.

Gianfranco Fini, (condannato per concorso morale in riciclaggio) si afferma in politica come delfino di Giorgio Almirante e della relativa e potente moglie Donna Assunta, che a sua volta era stata sposata con tre figli, separata e convivente del repubblichino Giorgio fin dal 1953, ben prima dell’approvazione del divorzio. Fini si impegna molto nel traghettare il partito fascista MSI verso una nuova sponda “liberale”, grazie anche allo sdoganamento di Berlusconi, rifondando il tutto nel nome di AN. Negli anni ottanta incontra Daniela Di Sotto, che si separa dal marito Sergio Mariani, il quale tenta anche il suicidio, considerandosi tradito dalla moglie e dal camerata di partito. Nel 1988 si sposano con rito civile. Nel giugno 2007 Fini annuncia la separazione dalla moglie Daniela. Dopo la separazione, viene resa pubblica la relazione con l'avvocato Elisabetta Tulliani. Dalla relazione sono nate due figlie. Il fratello della Tulliani ha coinvolto Fini nella vendita di una casa a Montecarlo (proprietà AN), per la cui vicenda sono stati tutti condannati. Una famiglia di destra ben inserita.

Pier Ferdinando Casini (mentre tutti i suoi mentori e capi politici venivano arrestati, lui si schierò con Berlusconi) proviene dalla DC più democristiana possibile, quella di Forlani, dei dorotei sempre al governo. Creò il Polo delle Libertà insieme a Berlusconi, Bossi e Fini a difesa dai comunisti (che già non c’erano da anni) e dalle derive libertarie che qualcuno sbandierava. Si è sposato nel 1982 con Roberta Lubich che a sua volta era già separata con figli. Ha divorziato nel 1998, dopo aver avuto due figlie. Nel 2007 si è risposato con rito civile con Azzurra Caltagirone, dalla cui unione sono nati altri due figli. Ora il buon Pier Ferdinando è passato al centro-sinistra (adesso tutto si può fare) ed ha una relazione con Maddalena Pessina, una donna bolognese che lavora come addetta alla promozione culturale al Ministero degli Esteri. Un esempio di continuazione di una famiglia democristiana.

Da questi PADRI fondatori della Seconda Repubblica non potevano che nascere gli attuali politici, amici di politici, familiari di politici, amanti uomini e donne, grotteschi nelle loro maschere televisive.

Un rapido sguardo a ciò che è venuto dopo i 4 Cavalieri, ci porta a personaggi ancora più esposti al ridicolo e purtroppo ancora più potenti nel nostro decadente panorama politico.

Giorgia Meloni, già ministro del disastroso governo Berlusconi 2008-2011, ora la più votata dagli italiani, divenuta Presidente del Consiglio a furia di rabbiosi richiami al nazionalismo e alla sacra famiglia, ha avuto una figlia fuori dal matrimonio con Andrea Giambruno, che è stato dimesso dopo una serie di disastrosi e sessisti fuorionda sia come conduttore di Mediaset (guarda che coincidenza) che come compagno di Premier. Ora Mediaset lo sta pagando più di prima purché non riveli segreti sulla Premier, che intanto rivendica il ruolo di madre, moglie, patriota, cattolica e soprattutto vera italiana. Così come la sorella Arianna Meloni che ha avuto due figli dall’attuale Ministro dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, Francesco Lollobrigida senza che abbiano mai contratto matrimonio e che hanno bruscamente interrotto la loro relazione poche settimane fa (sempre a mezzo stampa, in nome della privacy).

Matteo Salvini, segretario della Lega Nord, ministro più volte, nonché vice presidente del consiglio prima con Conte e poi con Meloni, ha spesso evocato la Madonna come sua guida spirituale a suon di rosari esibiti in pubblico e di preghiere a mani giunte. Per fare degli esempi facili da capire per tutti noi, durante i comizi, nomina spesso i suoi figli. Uno di questi è nato dal matrimonio del 2003 con Fabrizia Ieluzzi, pugliese di origine, giornalista di professione, interrotto nel 2010. Nel frattempo iniziava una relazione con Giulia Martinelli, un’avvocata comasca, con la quale ha avuto una figlia, nata nel 2012. Però al contempo nasceva il gossip su Elisa Isoardi, la conduttrice televisiva della RAI, che in effetti diventava di dominio pubblico nel 2016 per chiudersi definitivamente nel 2018. Subito dopo però iniziava un’altra bella avventura con la giovane Francesca Verdini, figlia di Denis (guarda che caso), pluricondannato ma silente mediatore degli intrecci politici berlusconiani-renziani.

Gennaro Sangiuliano dunque non è solo, non è unico. La sua storia con Maria Rosaria Boccia è forse ancora più tragicomica perché vicina ad un film di serie B della commedia all’italiana, ma la dinamica di tutta questa classe politica non è molto differente. Potremmo fare un lungo elenco ma penso che questi esempi di simulazione bastino e avanzino. L’ipocrisia al potere dovrebbe avere dei limiti. Molto meglio una Schlein che dichiara chi è, piuttosto che raccontare favole di perfezione al popolo, al solo fine di vincere attraverso la credulità popolare.

Noi sappiamo che l’uomo è imperfetto, che tutto è in ballo, ogni santo giorno si ricomincia a imparare. Sappiamo inoltre che c’è una realtà in divenire, eppure amara e difficile da scrivere, pensare, condividere: la famiglia, così come è stata costruita in questi ultimi 2.000 anni, basata sulla sottomissione di uno dei suoi componenti (quasi sempre di sesso femminile) è in un momento di crisi e transizione, i ragazzi sono sbandati, le abitudini sessuali si stanno modificando con una velocità pari a Internet, il matrimonio come unico istituto capace di vincolare un amore pare un concetto superato (tranne il giorno della cerimonia).

Sarebbe il caso di avere al potere gente seria e ragionevole, qualcuno che laicamente provi ad affrontare davvero i problemi di questo popolo gaudente e disgraziato. Lasciando perdere il privato di ognuno di noi e… di Loro.

20 settembre 2024 FB

alfredo de giuseppe

 

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