2024-10-14 "Albania come una prigione"
16 ragazzi, provenienti da Egitto e Bangladesh, su una nave italiana, presa appositamente a noleggio, sono destinati a due centri albanesi, nati per smistare migranti che poi dovrebbero essere rimpatriati. Uno scellerato (e tollerato) accordo tra Italia e Albania è alla base di questo ennesimo atto disumano verso chi fugge da miseria e discriminazione. Nessuna pietas per i deboli, i poveri, i neri.
Al di là dei costi, e della mera propaganda del governo italiano e purtroppo in parte di quello europeo, Amnesty International scrive oggi sul proprio sito:
“L’accordo prevede la detenzione automatica di chi viene trasferito in Albania, incluso chi richiede asilo. La detenzione generalizzata, che può durare fino a 18 mesi, è una misura arbitraria e quindi illegale. Secondo il diritto internazionale, la detenzione deve essere un’eccezione, non una norma, e deve essere convalidata dal giudice sulla base di valutazioni individuali. Le persone detenute in Albania potrebbero affrontare ostacoli nell’accesso ai ricorsi legali a causa delle difficoltà logistiche e burocratiche legate alla distanza. La mancanza di meccanismi chiari per la liberazione delle persone vincenti nei ricorsi potrebbe prolungare ulteriormente la loro detenzione. Inoltre, la detenzione potrebbe persistere anche dopo la decisione giudiziaria, a causa del tempo necessario per organizzare il trasferimento in Italia”.
La cosa più grave, che ancora una volta lascia basiti e ci fa fare una grossa riflessione sul futuro di questo continente, è l’indifferenza generalizzata, l’adesione intellettuale di gran parte dei cittadini, la malafede di politici e giornalisti. Passa ancora una volta, come quasi sempre nella Storia, la teoria che accanendoci contro i più deboli, andremo a risolvere tutti i nostri problemi.
Tricase (che fotografa l’Albania), 14 ottobre 2024
FB - alfredo