2025-02-05 "La Regione Spendacciona" - 39° Parallelo

  

È notizia di queste settimane che le Regioni del Sud, la Puglia in testa, ricevono dallo Stato molti milioni in meno di quanto avrebbero bisogno. La differenza tra la spesa storica e il fabbisogno standard è di circa il 10%. In particolare la Puglia incassa per la spesa sanitaria circa 8 miliardi di Euro l’anno contro, ad esempio, i 10 miliardi dell’Emilia Romagna che ha approssimativamente lo stesso numero di abitanti. Al di là di propagande, di promesse e ritorsioni politiche, la sostanza è che il Sud rimane una zona depressa, un luogo da cui scappare per insufficienza cronica di risorse. Un’autonomia differenziata che nasce male, zoppa, inefficiente e demagogica, come quasi tutte le riforme degli ultimi 30 anni.  

Però delle riflessioni di carattere più generale si impongono, se davvero si vuol vedere in questo Paese una prospettiva di sviluppo armonico, efficiente e giusto. Innanzitutto la spesa esagerata dell’apparato Regione, ovunque essa sia. I consiglieri regionali hanno uno stipendio e una serie di rimborsi assimilabili a quelli dei parlamentari. Solo la Puglia ne ha 51, fate da soli le moltiplicazioni. A questo aggiungete una pletora di funzionari, consulenti, avvocati e servi sciocchi che aumentano a dismisura il costo annuo per il solo funzionamento della struttura.

Organi di informazione (Corriere della Sera del 22.01.25) hanno riportato con grande evidenza che il solo staff del Presidente Emiliano costa oltre mezzo milione di euro all’anno. Si tratta per lo più di politici con ruoli di partito o ex pubblici amministratori, a secco di incarichi o disponibili a riceverne altri. Michele Emiliano, attraverso il sistema delle nomine dei propri consiglieri di fiducia, è riuscito in questi anni a non lasciare scontento nessuno, aprendo le finestre a chi non è riuscito a varcare la porta del consenso. Nel suo staff troviamo, oltre al capo di gabinetto (il professor Giuseppe Catalano, compenso: 120mila euro annui) e all’addetto stampa, un vice capo di gabinetto e una mezza dozzina di consiglieri personali, con compensi che vanno dai 30mila ai 75mila euro. C’è davvero bisogno di una tale concentrazione di cervelli, tutti sull’incrocio tra via Gentile e il Lungomare di Bari?

L’attuale sede della Regione Puglia costruita senza risparmio a Bari in via Gentile è costata una cifra intorno ai 60 milioni di euro, una ventina in più dell’appalto iniziale. Controllando una sola voce, le plafoniere luminose interne agli uffici, si scoprì che erano costate il triplo rispetto al normale prezzo di mercato. Sul resto è poi calato il solito silenzio amichevole. Rispetto alla vecchia sede di Via Capruzzi si è voluto dare spazio alle più accattivanti modernità. In ogni caso uno spreco di oltre 100.000 mq all’interno del quartiere “Japigia” di Bari, con oltre 20.000 mq di superficie coperta su più livelli. Costruita in modo tale che non sia facile trovare chi ti interessa.

Prendendo in esame solo le questioni bollenti di questi ultimi mesi, qualcuno ha fatto notare come alcune trasferte, alcune partecipazioni a fiere, stage internazionali sono esageratamente costose rispetto all’effettivo ritorno in termini promozionali e turistici. Dal 4 all’8 dicembre 2024 la Regione con una propria delegazione ha partecipato in Florida al Miami Art Week, costata circa 500 mila euro. Molte polemiche e interrogazioni dell’opposizione, ma anche una dura presa di posizione del PD Donato Metallo. La scelta di pagare ben 50 mila euro per un singolo murales e quasi 100 mila euro a una rivista (Flash Art di Cristiano Seganfreddo), lascia a dir poco perplessi. Secondo l’assessore Delli Noci che guidava la delegazione, chiamato in causa nella vicenda, dichiara: “Le procedure sono state trasparenti, i costi sostenuti sono stati nella media…” Però non è ancora chiaro quante persone siano andate a Miami, quali aziende abbiano partecipato ad una fiera così breve e così settoriale nel mondo dell’arte da risultare infine impalpabile per la promozione del brand Puglia. Quanti drink sulle spiagge di Miami Vice?

In realtà di questi viaggi e di questi costi ce ne sono decine nella storia recente della Regione, come quelli in Giappone, Chicago, Milano, Vancouver, Rimini, Hoboken, Melbourne, Corea del Sud, e nelle principali fiere dell’aerospazio, del design, dell’edilizia. E ogni volta giù centinaia di migliaia di Euro, come i 550 mila spesi annualmente per la BIT di Milano. Naturalmente per gestire tutto l’ambaradan è stata creata appositamente un’altra struttura societaria, l’Agenzia Regionale PugliaPromozione, che a sua volta ha il presidente, il direttore generale, il portavoce e così via moltiplicando ogni volta pani e pesci. 

Abbiamo preso in esame solo la Regione Puglia ma è un andazzo generalizzato, abbastanza lineare in tutte le 20 regioni italiane. Già subito dopo l’Unità d’Italia si pose il problema della costituzione di macroaree regionali. La proposta fu bocciata quasi all’unanimità dai primi parlamentari patrioti perché si sarebbero ricreate le solite clientele locali e perché ognuno avrebbe tentato di crearsi il proprio staterello con le proprie leggi e le proprie semimonarchie. Dopo due secoli siamo qui a discutere delle stesse cose. Le Regioni andrebbero ridimensionate, invece stiamo andando verso una loro esaltazione economica e politica. Eppure durante il Covid-19 è stata dimostrata la loro inconsistenza e per fortuna intervenne prima l’Europa e poi il Ministero della Salute. La stessa inconsistenza sulla gestione del PNRR, così come nei trasporti e nella difesa dell’ambiente. Abbiamo solo una lievitazione dei costi a fronte di slogan propagandistici di personaggi autoreferenziali.

Un bel movimento contro le Regioni sarebbe un primo passo verso lo sblocco della società italiana, verso una sua vera rinascita e forse verso una vera identità nazionale. Qualcuno a sinistra potrebbe pure cominciare a pensarci, se si volesse davvero creare un’alternativa al sistema attuale. Poche parole chiare per ricominciare a far crescere i salari dei lavoratori, dimezzando gli sprechi esistenti. 

39° Parallelo – febbraio 2025                                                                              

alfredo de giuseppe

 

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