2018-10-27 "Territorio fragile: non distruggiamolo" - Quotidiano di Lecce
Da cittadino di Tricase e amante dell’unicità del Capo di Leuca dico no al secondo lotto della 275, che dovrebbe collegare la zona industriale di Tricase con Leuca. Salto la cronistoria giudiziaria e le polemiche politiche per tentare di portare un po’ di ragionevolezza in questo mondo folle che, mentre l’Onu dirama allarmi mondiali sul clima, basa il suo (presunto) sviluppo ancora e solo su nuove strade e nuova cementificazione.
In sintesi:
- Da Maglie a Montesano si tratta di un ampliamento della strada già esistente. Nel tratto che riguarda il Comune di Surano andrebbe a mettere ordine nella sequela di capannoni, ristoranti, parchi giochi e centri commerciali, che non hanno una sola complanare. Un tratto che si sarebbe da sempre potuto fare senza la sciagurata forzatura di operare su un lotto unico e per di più considerata “opera strategica”. Insomma su quel tratto, chiamato primo lotto, siamo tutti d’accordo.
- Dopo Tricase, il Basso Salento è un fazzoletto di terra, precario e prezioso in ogni sua pietra, in ogni sua pajara, in ogni suo centro storico, di per sé già degradato dalle periferie e dall’assenza quasi totale di piani regolatori. Questo territorio, se considerato un unicum di straordinaria bellezza, dovrebbe ricevere le stesse attenzioni di zone come le Cinqueterre o come la Costiera Amalfitana.
- In ogni caso l’eventuale nuovo tracciato a sud di Tricase non eliminerebbe le esistenti strette e pericolose strade provinciali, che sarebbero comunque percorse per i trasferimenti interni. Non è pensabile che un cittadino di Tiggiano o di Corsano per andare a Tricase prenderebbe la nuova 275 con aggravio di chilometri e di tempo (fate conto che siano un unico Comune e vedrete come cambia la prospettiva).
- Dopo Montesano chi deve andare a Specchia continuerà a prendere la strada attuale, e così per Presicce o altri Comuni posti a ovest di Tricase. Allo stesso modo i pullman continueranno ad attraversare i paesini per il semplice fatto che dovranno fornire il servizio a studenti e pendolari.
- Tutta questa mastodontica opera dovrebbe quindi essere funzionale ai cittadini di Gagliano ed Alessano diretti dopo Tricase, oltre agli eventuali turisti diretti a Leuca (pochissimi) che amerebbero arrivare dentro il porto senza avere visto nessun semaforo o rotatoria (illusione grandissima perché i turisti amano attraversare i paesi, magari in bici).
- Se dovesse passare la logica delle superstrade per ogni paese, mi chiedo perché Poggiardo, Diso, Ortelle non dovrebbero avere una loro quattro corsie? E Castro? E Santa Cesarea? Qui va semplicemente ricordato che la provincia di Lecce ha il più alto numero di strade sia in rapporto ai residenti che al territorio.
- Non dovremmo aver superato la logica delle superstrade e attrezzarci al meglio per altre infrastrutture? La metropolitana della sud-est rimanere da decenni uno slogan elettorale; le piste ciclabili sono quasi assenti (con i fondi europei avremmo potuto costruirne una sulla litoranea che da Porto Cesareo va a Leuca e poi ancora fino a Otranto e San Cataldo); i porti che erano i nostri avamposti verso oriente sono un mistero e le strade provinciali sono un disastro.
- Mi rivolgo a politici, giornalisti e cittadini: immaginiamo un Capo di Leuca proiettato ad un futuro più verde e meno inquinato, dove le comunità inizino a lavorare su loro stesse, sulla bellezza da difendere e implementare, per un approccio più consapevole al mondo che verrà.
- Attualmente da Tricase al santuario di Leuca ci si impiega in auto circa 15 minuti (percorso Tiggiano-Corsano-Gagliano). Con la nuova 275 forse si arriverebbe in 12 minuti. Riflettiamo: per quei tre minuti siamo disponibili a consumare un enorme quantità di suolo, di alberi, di muretti e di storia. Mentre c’è un paesaggio per certi versi ancora da scoprire e magari da rivalutare, abbattendo qualche ecomostro e ripulendolo dalle scorie di una visione fin troppo corta. Perché una strada sbagliata rimane lì per millenni e il Capo di Leuca invece di diventare un’attrazione perenne rischia di sembrare una periferia del nulla.
Quotidiano del 27 Ottobre 2018
Alfredo De Giuseppe