087 - Da Trump ad Orban, un arretramento globale - 2019-07-06

 

Molti si chiedono come sia stato possibile, dopo la rivoluzione culturale e sociale del ‘68, dopo la conquista dei diritti del cittadino e del lavoratore degli anni ‘70 e ‘80, dopo la fine del blocco comunista, dopo quello che sembrava un ridimensionamento degli antichi confini nazionali, dopo l’ingresso di una tecnologia globalizzante come  Internet, che si sia arrivati alla situazione politica attuale. Come è potuto venir fuori un Trump in America, un Putin in Russia e un arretramento globale dei diritti, del welfare, della dignità dell’essere umano nella sua interezza?

Ci saranno dei motivi politici, antropologici, economici, fantasiosi, se in questi anni sono arrivati al potere delle democrazie occidentali uomini impresentabili, da Berlusconi a Orban, passando per  Salvini e Andrej Babis, il premier della repubblica Ceca, soprannominato, guarda caso, Babisconi. In sovrappiù ci saranno dei buoni motivi se ragazzi senza nessun’idea, senza nessuna esperienza, vengano vissuti ovunque come unica speranza di salvezza delle nostre economie. Come sperare nella rivoluzione attraverso gli eroi dei fumetti.

Gli intrecci sociologici per i quali questi uomini, in altri momenti sicuramente relegati nelle minoranze pirotecniche della politica (tipo il primo Bossi), sono diventati i potenti del mondo, saranno analizzati ai più alti livelli, ma intanto provo a sintetizzarne alcuni (e ognuno li combini e li misceli secondo propria sensibilità).

  1. L’esplosione demografica in alcune regioni del mondo, e la forte denatalità in altri, ha aperto nuovi scenari, nuovi bisogni e nuove emergenze, mai abbastanza approfondite, specialmente da parte degli occidentali, convinti erroneamente della loro superiorità (sempre e comunque);
  2. Le mafie di tutto il mondo uccidono sempre di meno. Hanno capito che per continuare tutti i tipi di traffici senza regole è necessario vivere la politica dall’interno, avere propri uomini nei posti di comando. Non sembrare criminali ma essere complementari al potere. Per ottenere questo risultato è necessario avere al comando persone di un certo tipo (non necessariamente affiliate ma almeno comprensive);
  3. L’economia globale corre ormai su scambi virtuali e su informazioni che sfuggono ai più, compreso  organi di controllo governativi. Il risultato finale è un arricchimento pazzesco di pochi uomini a discapito della maggioranza delle persone, sempre più schiavizzate da un lavoro non sufficiente alle nuove esigenze vitali;
  4. Quella parte di politica che va dalla vecchia sinistra ai nuovi ambientalisti, non riesce a formulare un’idea più precisa e più chiara del futuro del mondo. Spesso è appiattita sulle formule della finanza globale e non riesce a dare in nessun paese un nuovo ideale per combattere le diseguaglianze. Non riesce ancora a rielaborare un modello diverso dall’operaio della catena di montaggio. C’è una nostalgica visione degli Stati dell’ultimo novecento e un grave deficit di proposte per il futuro. E comunque sui grandi temi tipo la difesa ambientale, l’immigrazione, le spese militari, i rappresentanti della sinistra non sanno come muoversi, e comunque  non sono quasi mai coesi;
  5. Internet e tutti suoi accessori son diventati strumenti di indottrinamento di massa, dove bastano poche parole, ripetute qualche miliardo di volte, per assumere onorabilità politica, si tratti pure della riabilitazione di Hitler, Mussolini e Stalin o di affermare che la terra è piatta e i vaccini fanno male. Non necessariamente utile a una qualche causa ma certamente funzionale a un progetto di confusione globale, dentro il quale è facile inserire l’odio verso i diversi, i poveri, i rifugiati, e trovare un uomo forte che sappia vincere contro tutti. Risultato: fino a qualche decennio fa i poveri uniti avversavano i ricchi e le ingiustizie, oggi invece i super-ricchi sono visti dai poveri come unico modello vincente e gli altri poveri, seppur discriminati, come impaccio del proprio possibile arricchimento;
  6. La cultura di base, fra informazioni volanti attraverso telefonino e una scuola in disarmo, spesso capro espiatorio di ogni deficit familiare e sociale, è ormai da anni in caduta libera. Per assurdo, l’allargamento della popolazione che può accedere all’istruzione e all’informazione, ha provocato un continuo gioco al ribasso. 

Molti errori, molte deviazioni partono da lontano, sicuramente dai veti incrociati che, ad esempio, hanno sempre bloccato l’ONU che invece era nata per fermare sul nascere nuove guerre e nuovi conflitti economici. Pensate che dopo settant’anni, l’ONU non è riuscita a risolvere il problema palestinese, roba da follia collettiva, perpetrata come difesa della propria cultura. Così come non è riuscita a dare un’omogeneità di progresso alle nazioni sub-sahariane, spesso dominate da dittature imposte dalle solite potenze mondiali.

In sintesi, un nuovo ordine mondiale, di pace, attenzione all’ambiente e una corretta prosperità nella tolleranza delle diversità, è complesso da immaginare e gestire. Se poi tale complessità cade nelle mani di sfaccendati adusi solo a twittare e a mostrare muscoli gonfiati artificialmente, siamo davvero messi male. Perché per cadere nella logica delle guerre globali, non è poi così difficile come potrebbe sembrare. 

La mia colonna - il Volantino, 06 luglio 2019

Alfredo De Giuseppe

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