Libere fenomenologie del 2023-02-11 - ...dei donzelli meloniani...
Una cosa è certa nella storia antica e recente: quando le forze politiche razionali, in qualche modo pensanti e orientate al progresso, arretrano, ecco arrivare al potere i barbari, i semplificatori, i nazionalisti, gli intolleranti, in poche parole i violenti. Spesso e volentieri le forze politiche progressiste, quelle per intenderci che dovrebbero tendere ad una più giusta distribuzione delle ricchezze nazionali e mondiali, spesso si dividono, si contorcono, si autocensurano, si ammalano di edonismo e si beano del particulare. Questo in Italia è uno di quei momenti e noi lo stiamo vivendo in silenzio: i violenti si vestono da perbenisti, si confondono nel marasma dei media, perché il dispotismo spesso non si insinua nello Stato con brutalità ostentata ma con gradualità, partendo da fatti minori, da episodi all’apparenza poco importanti.
Questa premessa è necessaria per capire perché sia giusto opporsi fermamente a questo governo Meloni, a questa nuova destra governista, ma pur sempre spinta da pulsioni di pancia, da rancori decennali, da ansia da prestazione fenomenale, da sovvertimento mascherato delle leggi più avanzate.
Non c’è settore dove questi sentimenti non stiano emergendo in tutta la loro drammaticità. Nella Giustizia, il ministro Nordio, ex PM ha iniziato una battaglia contro i suoi ex colleghi, rei di non averlo a suo tempo referenziato al massimo livello. Nell’organizzazione dello Stato, l’Autonomia Differenziata, sinonimo coniato al posto di Secessione, è un prezzo da pagare alla Lega e a quella classe media e ingorda del Nord. Nella Scuola, nelle Università è in corso una degenerazione verso il privato, con in sovrappiù la completa perdita di fascino e carisma dei docenti, portati ormai verso un pedagogismo unificato. La Sanità, divisa per Regioni, mostra ogni giorno di più tutti i limiti e nessuno ha una ricetta per essere universalistici e corretti: la sete di denaro che provocano le malattie è un malessere privatistico condiviso del nostro tempo.
Le conquiste di parità di genere, di sesso, colore e religione sono messe in discussione da singoli emendamenti, ma anche da comportamenti e interventi al limite della decenza. Si dice che in democrazia ha sempre ragione chi vince, può governare per tutti e decidere per tutti. A quest’assioma bisognerebbe sempre anteporre i giusti pesi e contrappesi, mai lasciarsi andare al governo oligarchico e dispotico. Abbiamo sempre lottato per questo, non possiamo ora lasciare che tutto vada nel senso della violenza senza poter parlare, senza poter esprimere un’opinione dissenziente.
Perché tanta ferocia verso quei poveri migranti appesi ad un pezzo di barcone nel tentativo di abbandonare terre di fame, guerre e soprusi? Da dove arriva, da quale lontano, ancestrale segmento di violenza possono derivare certe leggi o decreti d’urgenza contro gente che sta per annegare? Da dove arrivano certe reminiscenze di potere corporativo e quel Nazionalismo di facciata divulgato da ignoranti della Storia o peggio ancora dai nipotini dei vecchi gerarchi?
Il Giornale, quello di Berlusconi, diretto dal “moderato” Augusto Minzolini, titola in questi giorni in prima pagina: “Alfredo Cospito leader dell’opposizione”; “i parlamentari PD fanno l’inchino ai mafiosi” e così via. Manganellate per via mediatica con tanto di foto dei condannati al vilipendio nazionale: la Boldrini, Travaglio, Serracchiani, Saviano e Michela Murgia ed altri ben individuati fanno parte di un delatorio elenco di intellettuali e politici da indicare ogni giorno come “nemici del popolo”.
Nelle settimane in cui Giorgia Meloni e i suoi ministri prendevano atto della complessità della realtà attuale, dell’incastro tra mondi diversi e a volte paralleli, il suo portavoce Giovanni Donzelli – un demenziale fanatico politico - si lanciava all’assalto verbale contro alcuni deputati PD, rei di aver visitato Cospito in carcere col 41 bis, in sciopero della fame da alcuni mesi. Una mossa umanitaria, quella dei deputati PD, che non era stata pubblicizzata, quindi sarebbe passata sotto silenzio se non fosse stata divulgata, strombazzata nell’aula del Parlamento come una mossa in aiuto del terrorista e dei mafiosi. Si deve sempre tener conto che la carcerazione con l’ergastolo ostativo e quella con il 41/bis è sotto osservazione da anni da diversi Tribunali internazionali per evidente contrasto con quanto scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana che all’art. 27 recita in un italiano semplice e perfetto: “Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato.” E già il grande Cicerone, nell’antica Roma diceva che “il buon cittadino è quello che non può tollerare nella sua patria un potere che pretende d’essere superiore alle leggi.” (e infatti fu assassinato per conto dell’imperatore, decapitato, tagliandogli al contempo la mano destra a imperituro ricordo che è meglio non scrivere contro i potenti).
Il bombardamento mediatico della stampa di destra è un fatto preoccupante, ormai da anni. È un’avvisaglia del pensiero nascosto dei politici al potere, esprime il sentimento vero di quel popolo ignorante e diseducato che va sempre distratto con qualcosa, purché non sia la realtà. Perché fare i conti con la realtà è un’operazione dolorosa, apre ferite profonde, incide sulla propria pelle, impegna all’approfondimento. Almeno quel minimo che permette di discernere l’uomo dalla scimmia e viceversa.
il Volantino – 11 febbraio 2023
alfredo de giuseppe