Libere fenomenologie del 2023-05-20 - ...di quelli che hanno vinto
L’amara verità è che hanno vinto. L’hanno fatto sotto i nostri occhi e non siamo riusciti ad impedirlo. Hanno vinto e tutto sembra normale, tutto ci è stato fatto sembrare luccicante, mentre noi stavamo pensando ad altro. “Hanno vinto” ma ognuno di noi ha contribuito a questa vittoria allucinata, a questa vittoria che porta verso il nulla. “Hanno vinto loro” sembrerebbe una frase di un film decadente sulla fine dei sogni, forse c’è davvero un film o una canzone in cui è stata pronunciata questa frase, ma qui, nella realtà quotidiana, assume un altro sapore, che possiamo così condensare: pochi hanno vinto schiavizzando i molti.
Quelli che hanno vinto sono i grandi proprietari di case: c’era un tempo una regolamentazione chiamata “equo canone”. È stata spazzata via in nome della modernità del mercato: non è possibile affittare casa in una grande città (e forse neanche nelle piccole) perché il costo è esagerato. Che ognuno si arrangi come può, magari dormendo per strada. Ogni città, ogni paese è ormai un enorme B&B, senza anima e senza neanche una vecchietta a ricamar per strada.
Quelli che hanno vinto sono i fabbricanti d’armi, che poi siamo tutti noi, perché è lo Stato che possiede le più grandi aziende produttrici. Hanno vinto contro le Costituzioni scritte nel secondo dopoguerra, contro le grida di libertà del ‘68, contro le tante versioni di Imagine di John Lennon. Avevamo lottato per far finire le guerre, per far scappare gli Amerikani dal Vietnam, per bloccare l’espansionismo sovietico e dopo decenni ci ritroviamo al punto di partenza: i potenti della Terra fomentano le guerre (senza neanche chiamarle più guerre).
Hanno vinto gli odiatori seriali, quelli per cui Bruno Vespa è sempre meglio di Fabio Fazio, che credono alle lacrime di una statua, che non leggono, non scrivono, ma guardano solo i meme del telefonino (perché il telefono, quello normale non esiste più da un decennio ormai).
Quelli che hanno distrutto il Sud, con costanza e pervicacia. I politici ma non solo. Hanno vinto quelli che non hanno mai visto il Sud Italia come il centro del Mediterraneo ma come il posto esotico dove andare in vacanza. Quelli che odiano il Sud, spesso gli stessi suoi abitanti, pavidi e piegati alle mafie.
Hanno vinto loro, quelli del posto fisso, ma solo quello pubblico, perché quello privato non esiste più. La sperequazione attuale tra un dipendente pubblico e un piccolo imprenditore è enorme, ma non fa quasi mai notizia. Perché i garantiti non amano parlare dei falliti, degli emarginati, dei diseredati, degli ossessionati del lavoro, di quelli che non riescono a mettere il naso fuori dalla loro bottega. (Quelli che quando si ammalano, si devono subito rimettere in forma – e sorridere al cliente).
Hanno vinto i razzisti, non tanto per le leggi demenziali che governano il Mondo, quanto per le sottili differenze che ancora facciamo in funzione del colore della pelle e , soprattutto, della provenienza. Dopo la tragedia di Cutro, è stato approvato un decreto “contro l’immigrazione” che è peggiore di tutti precedenti e che rende l’accesso in Italia (e quindi in Europa) ancora più difficile. E in fondo nessuno ha davvero protestato, perché in questo Paese ci si accomoda piano piano, non si contesta quasi mai nulla.
Hanno vinto quelli che hanno voluto le varie leggi Porcellum, rendendo quasi inutile il voto popolare, quasi impossibile scegliere un candidato che non fosse figlio delle cervellotiche scelte delle segreterie politiche (divenuti nel frattempo comitati d’affari più o meno leggibili).
Hanno vinto quelli che vogliono il presidenzialismo e infine il dittatore, per il semplice fatto di aver sempre amato il governo di uno solo, anche a costo di sottoscrivere qualsiasi fake-news. Hanno vinto in effetti quelli che a furia di confondere l’acqua con il vino hanno creato una cultura di massa distorta e superficiale, critica con la scienza, complottista e a volte terrapiattista.
E infine anche nello sport hanno vinto quelli strapagati, mentre il popolo guarda con ammirazione lo stipendio più che le capacità tecniche. I giornali titolano tutto l’anno sulla miliardaria campagna acquisti di super indebitate squadre di calcio, diseducando completamente sui valori di una sana e divertente competizione.
E noi, coscientemente sconfitti e piegati, ma non ancora arresi. E siamo qui.
il Volantino n 17 – 20 maggio 2023
Alfredo De Giuseppe