2012-09-24 "Inseguendo le 'Stagioni Mediane' in Puglia", di Pasquale Tempesta - Gazzetta del Mezzogiorno

I pensieri salentini di A. De Giuseppe

Narrare per il piacere di narrare. In prosa o in versi, con il teatro o la macchina da presa. Quel che conta è esprimere, per se stesso o per gli altri, le proprie o le altrui sensazioni, le esperienze, i luoghi, le figure di gente umile o di personaggi importanti; insomma la vita e le cose di ogni giorno. Il tutto in maniera accattivante, ora grave ora gioiosa, talvolta addirittura civettuola. E ciò in una terra "dove tutto si confonde, il barman improvvisato, l'ateismo strisciante, la donna e l'uomo abbandonati in una strada piena di solitudine". La frase virgolettata, che ritrovi come presentazione del libro di Alfredo De Giuseppe di cui parliamo non lo dice esplicitamente, ma lascia intravedere - quasi spiando attraverso uno stipite appena accostato - che si tratti del Salento. Una frase da cui si intravede anche "l'animus" dell'autore, che si autodefinisce "pensatore dilettante", e che vuole catturare l'interesse di un lettore "standard o maturo" che sia, al quale peraltro consiglia, se ha oltre trent'anni, di "saltare" le pagine che raccolgono alcuni suoi "pensieri in libertà".

C'è insomma tutto quel che serve per sollecitare la voglia di sfogliare questo libro delizioso a cui l'autore ha dato il titolo di Stagioni Mediane (Minuto d'arco ed. pp 129, euro 10) per scoprire quali sono davvero (come recita il sottotitolo) i "pensieri multipli" che scorrono lungo i sentieri "di una litoranea italiana"; che è poi, come accennato, quella salentina. De Giuseppe, infatti, è nato a Tricase, e - oltre che scrittore - è anche cultore di cinema e teatro. Un creato eclettico, dunque; che ci affida in questo suo recente lavoro considerazioni fra il serio e il faceto sugli argomenti più vari: deliziosi bozzetti su calciatori e uomini politici; flash su turisti e luoghi di vacanza, e via dicendo. Senza contare gli accennatti e ... sconsigliati "pensieri multipli", che invece, non vanno per niente scartati, ma vanno mediati perchè arricchiscono il bagaglio di esperienze di chi invece ha deciso di leggerli.

Estratto da "Narrano di noi", spazio di Pasquale Tempesta sulla Gazzetta del Mezzogiorno, 24-09-2012.

 

 

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