2005-06 "Carissimo Alfredo", di Ercolino Morciano
Carissimo Alfredo,
ho finalmente finito di leggerti. Grazie:
- per alcune emozioni. La “estasi per un’alba tersa” mi ha portato alla memoria il ricordo di tanti appagamenti del bisogno di vivere il bello che abbiamo la fortuna di avere, senza alcun merito. Il tuo “andare verso il mare” l’ho a volte sperimentato anch’io: per cercare di ritrovare me stesso.
- per alcune immagini. “Le suore”: ho riassaporato la “poesia” di Fellini ma con una scenografia, la tua, completamente rovesciata. Lì il clichè puntigliosamente osservato nell’ordine quasi metafisico, qui la loro umanità dirompente, quasi sregolata. “Le processioni” : da piccolo spesso sono andato al Porto con mio padre, guardia municipale, in servizio per la processione a mare di S. Teresa. Una processione del mese di maggio. Mi sono restate nella memoria le immagini di quella processione. Ricordo anch’io le rose. Due anziane donne di Tricase Porto- vedo ancora i loro volti, scuri e rigati, ma non conosco i nomi- avevano ciascuna una grande cesta, “nu panaru” di fibra vegetale flessibile, pieno di petali di rose che spargevano devotamente al passaggio della statua; quella pioggia di rose, che hanno colpito anche te, non è casuale ma è legata alla biografia della santa;
- per le sante. Neanche a me piace la statua di S. Teresa di Gesù Bambino, carmelitana di Lisieux. Effettivamente l’artigiano l’ha resa troppo florida; pensa che è morta di tubercolosi a 24 anni e immagino che gli abitanti del porto la scelsero proprio per proteggersi da una malattia terribile che anche da noi mieteva vittime, specialmente nelle classi più povere. E’ una donna veramente straordinaria; la Chiesa l’ha proclamata “dottore”, come l’altra: S. Teresa d’Avila, riformatrice delle carmelitane e grande mistica. Se vuoi conoscere meglio S. Teresina di Lisieux ti regalo la sua “Storia di un’anima”.
Secondo la mia opinione sei andato un po’ forte con i “Pescatori”. Hai fatto pure l’indagine! E’ veramente troppo. Scherza coi santi (loro ci stanno) ma lascia stare i fanti: tanto per rovesciare un detto che viene cantato nella “Tosca”. Sei un empio, nel senso etimologico del termine: non pio, senza pietà, un dissacratore. Dovevi un po’ di rispetto, almeno per i loro antenati.
Mi accorgo di aver scritto troppo, scusami. Maledetto vizio! Ma tu devi continuare a scrivere!
Ti abbraccio.
Ercolino Morciano