2003-08-09 ''La tela, la penna e l'amicizia'', di Pasquale Santoro, Il Volantino
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Due amici che dipingono e scrivono di treni, lune e pesci si notano raramente nei nostri afosi, umidi, scontati paesi del Sud. Alfredo e Carmine sono riusciti a sorprendere tutti con la loro iniziativa. Si badi bene_ il fattore sorpresa è il minore dei loro meriti, le splendide tele e le atmosfere degiuseppiane, che affondano le loro immaresciabili radici in vissuti generazionali di grande intensità emotiva, sono un chiaro segnale che qualcosa sta cambiando anche da noi. Presentare le belle tele di Carmine sarebbe stata un’operazione probabilmente facile per un addetto ai lavori, sia per i progetti, sia per la onirica tecnica cromatica, ma relazionare l’universo della Scrittura con le sfumature dei colori dei suoi dipinti, come ha fatto Alfredo, è stata ben altra impresa. La magia dell’Amicizia fra i due artisti ha reso però possibile la nascita di questo volume, elegantissimo nella sua veste grafica, stampato su una carta, credo, di tipo filigranato che ne impreziosisce l’aspetto estetico. Alcuni progetti nascono da forti valori quotidiani, nel nostro specifico l’Amicizia, che sono il fertile terreno dove, con la calma e la saggezza dei contadini di un tempo, si semina l’idea, il pensiero, che con l’ausilio del Tempo, sovrano regolatore delle nostre inquietudini, attecchisce e fa crescere il frutto desiderato. C’è un che di fiabesco nei dipinti di Carmine che sconcerta l’osservatore, non si può non rimanere avvinghiati nelle spire dell’immaginario che viene evocato da immagini semplici solo in apparenza. La bravura di Carmine è pari alla sua modestia, gran bravo ragazzo e bravissimo artista. Alfredo, che sarebbe stato un ideale personaggio misterioso dei racconti di Conrad o un compagno d’avventure di Corto Maltese non si è fatta sfuggire l’occasione per concedere alla sua fervida immaginazione un tuffo nelle tele di Carmine. L’amicizia fra i due ha fatto il resto, due amici si comprendono senza parlare, si muovono nella stessa direzione anche se vivono in luoghi ed atmosfere diverse. Personalmente ritengo che ogni libro abbia un suo profumo, un suo odore e ‘Di treni, lune e pesci’ ha il profumo della amicizia e della reciproca stima. Per quel che mi riguarda sia le tele che i racconti mi hanno proustianamente riportato sui lidi a me cari del Tirreno, agitando l’anima sognatrice che ogni tanto la quotidiana povertà dell’essere intorpidisce. “breve storia degli aquiloni sul treno” è una piccola gemma, preziosa nella sua fase finale della storia che mi ha catapultato in quella meravigliosa “…scuola che guarda il mare, fatta di legno, dipinta di verde e azzurro”. Caro Alfredo, anche la scuola che ho sempre avuto nella mia mente guarda il mare, è fatta di legno ed è dipinta dii verde e di azzurro. Ho viaggiato anch’io, grazie al tuo racconto, nei piccoli villaggi della terra senza nome a raccontare degli antichi romani e degli aztechi con la mia piccola compagnia teatrale. In queste settimane anche io ho liberato gli aquiloni dipinti da Carmine per dire ai miei piccoli allievi lettori che abbiamo diritto ad una scuola ed una vita diversa, per evitare di fuggire dalle cose che potremmo amare. In gioventù la mia scuola che guarda il mare doveva situarsi in un piccolo porto della costa amalfitana, ora mi piacerebbe che sorgesse a Novaglie o a Marina Serra. Una piccola scuola delle tre Arti: Musica, Pittura, Teatro. Una scuola che scuola non è, senza studenti e professori. Un luogo della mente e dell’anima dove si cresce con le idee, dove la filosofia è tutto ma non si vede. Una scuola per il tempo libero per formare uomini liberi, liberi di interpretare le loro emozioni, la loro creatività, liberi di pensare che le cose belle nella vita si fanno per scelta, mai per imposizione.
Il Volantino – 9 Agosto 2003
Pasquale Santoro