30 - Voti senza frontiere del 2021-10-09
Le elezioni comunali da Roma a Leuca
Le elezioni del 3 e 4 ottobre che riguardavano molti Comuni italiani, 1342 per la precisione, ci danno lo spunto per parlare direttamente di alcuni protagonisti, piuttosto che fare considerazioni di carattere generale che probabilmente saranno più realistiche fra qualche settimana.
Innanzitutto il centrosinistra (per me queste categorie hanno ancora un senso) ha vinto al primo turno in tre grandi città, Napoli, Bologna e Milano, ed è andata al ballottaggio a Roma e Torino. Queste ultime due sono state governate negli ultimi 5 anni dal M5S, precisamente da Virginia Raggi e Chiara Appendino. La Raggi (voto 4) che pure io nel 2016 avrei votato, non era preparata alla carica di primo cittadino della capitale, ha sbagliato squadra iniziale, ha commesso errori banali basati sull’indecisione classica dei pentastellati che avevano al loro interno molte anime e molte gelosie. All’inizio è addirittura rimasta intrappolata nei “Marra brothers”, più di un anno perso tra inchieste e veleni interni, oltre 20 tra assessori e dirigenti licenziati, mezza giunta livornese arruolata (Filippo Nogarin, Gianni Lemmetti), e infine un oscuro Max Bugani divenuto gran consigliere. Appendino (voto 6) che invece aveva le idee più chiare sulla sua giunta e sui modi di condurre un’Amministrazione, si è arresa di fronte alle difficoltà del Movimento stesso che andava sciogliendosi sotto i suoi occhi e nella sua stessa maggioranza. Bene ha fatto a non candidarsi: in futuro potrà essere una politica di prim’ordine.
Velocemente : la Lega di Salvini è in grave difficoltà, perché tolta la propaganda contro barconi e negri, non c’è nulla, se non un comitato d’affari lombardo-veneto. Fratelli d’Italia della Meloni ha cercato di svincolarsi dal centro destra moderato: con questa modalità raccoglie solo quella parte di fascisti, sovranisti e anti europeisti che comunque ci sono ovunque (quelli che la Storia l’hanno imparata nelle sedi del MSI), ma che si spera non riusciranno mai più a distruggere completamente un Paese. Berlusconi, sotto una maschera di fard e gelatina, sempre sotto processo, ma ringiovanito fra una sentenza e l’altra, tenta di fare lo statista moderato e gli crede circa il 5%, che è la percentuale più bassa mai ottenuta da Forza Italia.
Letta, segretario del PD, è stato eletto alla camera nelle suppletive di Siena e questo ci rende tutti più sereni. Italia Viva di Renzi è intorno all’1% dei consensi ma il Matteo si dice felice dei risultati, soprattutto perché in due cittadine toscane, Altopascio e Seravezza, hanno vinto sindaci da lui sostenuti (e qui scatta un applauso da avanspettacolo).
Anche nel Salento si votava, 29 Comuni nella sola provincia di Lecce. Stefano Minerva (voto 6) a Gallipoli ha vinto con il 63% delle preferenze, forte anche del suo ruolo di Presidente della Provincia. L’ex giovane PD ha vinto con 12 liste di cui nessuna aveva simboli di partito (rimango un sostenitore di una riforma che sostenga una lista per ogni Sindaco). A Nardò, Pippi Mellone (voto 4), ex casa Pound, dichiaratamente di destra, protagonista 3 giorni prima delle elezioni di un episodio teppistico nei confronti dell’avversario candidato dei 5 Stelle, ha vinto con il 73%. Questi sindaci hanno una grande e grossa cosa in comune: sono entrambi sostenuti dal Presidente Emiliano (voto 3), che è di bocca buona, non guarda chi ha davanti, ma si schiera solo col vincitore. Penso e spero che anche questa modalità di intendere la politica stia per finire.
Un altro campione di preferenze è stato Gabriele Abaterusso a Patù che ha rivinto con oltre il 70%, mentre a Castrignano del Capo ha prevalso il medico Franco Petracca (47%) sull’uscente Santo Papa (31%). Consiglio non retribuito per questi due sindaci che governano due fra le località che più amo: unificate Castrignano e Patù (che sono già unite urbanisticamente), chiamate il nuovo Comune “Capo di Leuca” e finalmente ridate la bellezza che meritano Leuca, le pajare, finibusterrae e Felloniche, Vereto e Centopietre.
A Specchia ha vinto di misura Anna Laura Remigi (50,28%) su Francesco Biasco (49.72%) con uno scarto di appena 16 voti. Specchia esce da anni convulsi. Mi auguro che sappia ricominciare a produrre novità, uscendo dalle inutili polemiche, dimenticando alcune faide interpersonali e pensando a ricucire un tessuto produttivo/turistico. La Remigi ce la può fare. Non ce l’ha fatta invece l’uscente Francesca Torsello (40%) ad Alessano che ha visto esultare Osvaldo Stendardo (60%), anche lui, come quasi tutti, di area politica indefinita e quindi inattaccabile.
Insomma a livello nazionale populismi e sovranismi in difficoltà, mentre tornano in auge europeisti e pragmatici, aggrappati per ora al carisma di Mario Draghi. A livello locale, invece, si vince e si perde in funzione di analisi così personalizzate che impediscono qualsiasi analisi politica. E questo è il limite odierno: essere tutti dei piccoli populisti di paese, fautori di facili promesse e amanti del trasformismo, bloccati dall’assenza di una visione originale e di lunga durata. In ogni caso, con lo scetticismo di una democrazia imperfetta, buon lavoro a tutti.
il Volantino, 9 ottobre 2021
Alfredo De Giuseppe