2005-07 "Caro Winspeare, 'Coppula Tisa' non educa" - Il Gallo
Caro Edoardo,
ti scrivo dopo l’abbattimento della “casa brutta ed abusiva” vicino alla torre del Sasso, di giovedì 21 luglio ad opera della tua associazione “Coppula Tisa”. Non so se sei il Presidente o il Comunicatore, ma indirizzo a te questa missiva perché più volte negli ultimi mesi hai tentato di spiegare a mezzo stampa le nobili finalità di C.T. (per brevità e perché questo nome non dice niente: i nostri contadini non indossavano mai la coppola della Giustizia perché in realtà erano degli schiavi/sudditi di pochi proprietari terreni, i quali non avevano la coppola ma un bel cappello all’inglese) e queste spiegazioni non mi hanno mai convinto. Ho atteso un po’ per scriverti perché pensavo che dopo la prima ondata di simpatica adesione e la giusta attività promozionale del nostrano ambientalismo (e non solo) avresti capito che era meglio lasciar perdere. Adesso noto che la cosa ti ha preso la mano e pensi davvero di rifare la scenografia di un paesaggio raccogliendo un po’ di soldi, a destra e a manca. Per buttare a terra qualche casa o interi paesi? Tutta questa storia mi suscita delle perplessità che cerco di riassumerti sperando di non tediarti (so che altri l’hanno buttata in polemica partitica).
Innanzitutto è altamente diseducativo pagare un abusivo, premiandolo per quanto ha fatto. Tant’è vero che questa prima operazione è costata una cifra almeno doppia rispetto al suo reale valore di mercato. Abbiamo già scoperto chi ha fatto il primo grande affare. Questo lascia intuire che intorno ad operazioni come questa potranno nascere mille tipi di speculazioni e di sotto-idee, tutte altamente pericolose e probabilmente fuorvianti del problema principale, che è culturale e di sensibilizzazione costante, anche con danni o costi personali. In questo caso invece c’è una situazione che per quanto legale, si muove con leggerezza sopra la legge, sopra l’idea di una legalità davvero condivisa.
Non c’è traccia nelle tue argomentazioni di approcci con le pubbliche amministrazioni basate sul rispetto delle regole e delle leggi perché questo presuppone scendere nell’agone politico, schierarsi, informarsi, fare battaglie e vincerle nella loro globalità, magari anche con gli abbattimenti. Ad esempio sarebbe necessario avere dei punti di riferimento certi e legali per capire se le nostre terre devono diventare attrazione turistica con relative strutture ricettive (razionali, moderne ma inserite nel contesto paesaggistico) o devono rimanere come sono, a disposizione di un qualsiasi piccolo proprietario che voglia farsi la piccola casa di campagna, in genere obbrobri di ultima categoria. Ci sono scelte strategiche di fondo da fare tutti insieme, politici, imprese, famiglie e poi procedere. Un messaggio come quello di C.T. in quest’ottica è piccolo ed insignificante.
La logica un po’ snob di questa operazione è tipica delle classi benestanti e vagamente intellettuali, tipiche del sud Italia di eredità borbonica e che per puro divertimento investono il loro tempo libero in club dai contorni sempre molto originali e alla moda. Noi siamo l’elite che ha le giuste sensibilità, il popolo, se vuole, ci segua (e il popolo nel frattempo vede i quiz in tv). E poi in fondo non rischiamo nulla, non ci siamo messi contro nessuno, quando il gioco finisce non c’è conseguenze, usiamo un proverbio in dialetto ed usciamo dal gioco, da buoni artisti.
Donare la terra acquistata alla Regione Puglia (così recita Il Quotidiano oppure al Demanio come hai affermato qualche giorno dopo), con tanto di cortometraggi, sbandieramenti e presenzialismi a cominciare da quelli di Nichi Vendola, è un’ulteriore stortura che lascia perplessi: perché non alla Comunità di Tricase? (Forse il Comune non garantisce la stessa copertura mediatica o la possibilità di accreditamenti futuri su vari livelli).
Mi permetto infine di dare alcuni piccoli consigli, sempre gratuitamente o al massimo compri 3 paghi 2:
C.T. si trasformi in Associazione che acquisisca terreni a rischio e si impegni a tenerli così come sono senza possibilità di costruirci sopra neanche un gazebo per gli aperitivi (anche se questo può sembrare meno clamoroso, ma lo fanno già il WWF e il FAI);
C.T. diventi un movimento che parli con le Istituzioni a tutti i livelli e con le altre Associazioni per progettare un ambiente migliore, più protetto e nel caso anche più fruttuoso per le genti che lo abitano per camparci;
a te, Edoardo, che continui il tuo percorso nel cinema vero, senza troppe contorsioni mediatiche, con la voglia di stupirci ed emozionaci, anche con la nostra terra. Basta solo guardarla dentro, con meno interviste.
Il Gallo - Luglio 2005
Alfredo De Giuseppe