2013-05 "Santi monumenti..." - Il Volantino
Premesso che nonostante non abbia mai ricevuto grazie (mai chieste peraltro) né da santi né da beati in attesa di santificazione, non vorrei essere blasfemo. In fondo ho sempre rispettato chi crede in un dio, purché questo comporti una migliore visione etica della vita (certo non posso rispettare chi va in guerra in nome di Dio, chi ruba in suo nome e chi, negando l’altrui libertà, commette le peggiori nefandezze giustificandosi dietro un abito o un sacramento). E nonostante abbia letto con attenzione un libro molto accurato - quasi un mattone - dal punto di vista storico di Sergio Luzzatto su Padre Pio (dove l’affresco si compone di fascismo, donne e funambolici finanzieri, finti poveri e finti ricchi oltre che finte piaghe), non vorrei qui discernere sulla capacità divinatoria di un monaco alquanto bizzarro, pur riportando solo ciò che scrisse nella sua diagnosi un vescovo-scienziato come Padre Gemelli: «È un bluff... Padre Pio ha tutte le caratteristiche somatiche dell'isterico e dello psicopatico... Quindi, le ferite che ha sul corpo... Fasulle... Frutto di un'azione patologica morbosa... Un ammalato si procura le lesioni da sé... Si tratta di piaghe, con carattere distruttivo dei tessuti... tipico della patologia isterica».
Ma, ripeto, non voglio qui entrare in una disputa fin troppo chiara per la mia media intelligenza. Vorrei invece capire che cosa intende promuovere il nostro popolo ogni volta che eregge un monumento a Padre San Pio. L’ultimo in ordine di apparizione lo si può notare sulla strada Tutino-Lucugnano: una grande statua in bronzo, ridipinta color oro, tanto per essere notata anche di notte. Chi l’ha pensata, chi l’ha autorizzata? Boh…non ci interessa in questo frangente, anche perché nel nostro paese siamo ormai abituati...all’improvviso ci appare una nuova statua del santo di Pietrelcina, ora in una piazza pubblica, ora in un giardino privato, ora in uno slargo abbandonato. Sempre rispettando le scelte di ognuno, mi sono chiesto: c’è un limite alla proliferazione delle statue di Padre Pio per ogni Comune oppure è tutto lasciato al buon senso dei cittadini? Perché se c’è un limite è bene conoscerlo, tipo divieto in prossimità di strade provinciali e incroci, almeno a 150 metri dalle scuole, dalle caserme e dalle chiese, se invece è lecito posizionarlo dove meglio si crede, io avrei dei suggerimenti da dare.
Perché non ampliare le richieste miracolistiche ad orizzonti più ampi, più sociali ed attuali, uscendo fuori dalle semplici invocazioni personali e un po’ egoiste?
Comincerei posizionando una bella statua sul tetto dell’albergo fantasma posto su Tricase Porto, da anni un rudere diroccato, abbandonato e inguardabile. La statua del santo potrebbe aiutare il crollo dell’intero stabile, restituire bellezza al Porto ed eliminare definitivamente la possibilità di edificazione dell’intera area. Questo si che sarebbe un bel miracolo.
Poi passerei a collocare una grande statua sulla Torre di Palazzo Gallone, con lo sguardo rivolto all’ingresso della nostra casa comunale, così da illuminare gli amministratori, per dare loro forza, coraggio e fantasia (magari sul tema del lavoro)… però pare che ci siano limiti alle richieste miracolistiche…
Potremmo almeno tentare di mettere un’altra statua all’interno dell’ACAIT, affinché il santo, con le sue intercessioni, faccia progettare qualcosa, non dico una grande idea, anche una piccola cosa, pure un intervento di serie B, purché sia. Un’altra sarebbe opportuna nella zona 167, appena rinnovata secondo schemi taumaturgici, oppure ancora sulla terrazza più alta del quartiere Puzzu affinché con uno sguardo escatologico si possa capire cosa fare.
Ma l’intervento più urgente che proporrei è un altro: mettere la statua di Padre Pio su un qualsiasi mezzo meccanico, che percorra in continuazione le strade della città, per un’intera settimana: se resiste agli scossoni e alle buche, se riesce ad asfaltare almeno una strada e che la faccia rimanere intatta, come reliquia, per almeno un mese, allora si che andrebbe organizzata una grande festa per acclamare un miracolo inatteso, impossibile da spiegare per la scienza, per il governo e per la chiesa. AI realizzarsi di un caso come questo, tutti noi, devoti, agnostici, parroci e amministratori, giovani e vecchi, non avremmo difficoltà a posizionare una bella statua nel bel mezzo di ogni nostro giardino, di ogni piazza pubblica. In nome del popolo italiano, con buona pace del vescovo Gemelli e di Voltaire.
Il Volantino - 31 Maggio 2013
Alfredo De Giuseppe