2013-04 "Post di adesso" - 39° Parallelo

Più confusi di così si muore. Più deboli di così si muore. E infatti stiamo morendo. Adesso che abbiamo vissuto le elezioni del 24 e 25 febbraio, con tutti i suoi riti di bugie e passerelle. Adesso che abbiamo trascorso più di 45 giorni a leggere giornali per cercare di capire che cosa stavano facendo a Roma e dintorni mentre l’Italia si ripiegava su se stessa come un foglio bagnato. Adesso che abbiamo anche superato le feste pasquali, con tutto l’armamentario retorico che avevamo. Adesso che Napolitano ha avuto la bella pensata di nominare 10 saggi per verificare se c’è convergenza nelle forze politiche sulle cose da fare (e c’è bisogno di saggi per immaginare cosa va  cambiato in questo Paese?). Adesso che lo Stato restituisce i soldi alle aziende, ma a partire dai prossimi 90 giorni per finire ai prossimi 18 mesi (ma c’è bisogno di un decreto per pagare i fornitori che hanno fornito un servizio e anticipato i soldi?). Adesso che Il PD è caduto nella più tragicomica delle risse interne con i Bersaniani che vorrebbero portare alla responsabilità governativa i Grillini, i Renziani che vorrebbero andare alle urne per presentare il loro genio rottamatore e tutti gli altri che vanno in ordine sparso a dire tutto e il contrario di tutto. Adesso che il Movimento 5 Stelle ha tramortito negli italiani onesti l’unica vera possibilità che si era aperta: governare costringendo il PD al vero cambiamento. (Grillo vittima dei suoi stessi slogan e intemperanze comunicative). Adesso che Monti e compagni sembrano uno strumento demenziale costruito apposta per depistare amici e nemici. Adesso che Berlusconi aizza tutti i suoi mezzi solo per bloccare i processi a suo carico, dentro la cui strategia ci sta tutto, dal governissimo all’inciucio, dal ricatto al populismo più estremo. Adesso che stiamo chiudendo le nostre aziende e forse metteremo un dito sull’atlante e vedremo se ci gira bene. Adesso che i nostri ragazzi sembrano anime in pena in cerca di una porta, di un contesto che gli dia una visione che non sia la birra al pub. Adesso che i Paesi Europei cominciano a voltarci le spalle perché si sono davvero tutti rotti le palle di sentire politici clown che non hanno mai una proposta seria e credibile, che non sanno affrontare il nuovo anticipandolo in velocità e dinamismo. Insomma, proprio oggi, prima di morire di economia, di etica, di speranza, che cosa dobbiamo fare?  Possiamo provare a giocarci i numeri contenuti in quest’articolo e vedere l’effetto che fa, aspettando il nuovo Presidente della Repubblica, ultimo appuntamento politico di questa primavera allucinante (mentre i mandorli e i fichi stanno sbocciando regolarmente). Oppure, adesso che non dobbiamo dare le colpe solo ad altri, possiamo provare, impegnandoci davvero, a mettere un po’ d’ordine nella nostra vita, nella nostra PPP (Patria Perennemente Perduta).

39° Parallelo - Aprile 2013

Alfredo De Giuseppe

 

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