2014-04-19 "Ubriachi di sigari e rum" - Il Gallo
Io sinceramente non mi ero mai divertito tanto quanto leggere l’intervista del Sindaco di Tricase, Antonio Coppola, rilasciata al Gallo del 5 aprile 2014 che parla di Rhum e sigari cubani. L’ha sparata un po’ grossa, ma è vero che Coppola ci ha nel tempo abituati, da buon affabulatore qual è, a presentarci qualche sua fantasia infantile/giovanile come possibile soluzione dei problemi dei comuni cittadini. Come un bambino che lavora di fantasia con le costruzioni Lego, immagina cose che non esistono e mostrandole agli altri pretende che venga creduto (altrimenti si arrabbia e con lui tutto il cerchio magico). Sulla parola di Sindaco, di ingegnere, di stimato cittadino, di ottimo oratore. Ma qual è lo scopo dell’operazione? Forse nessuno scopo, perché si sta semplicemente giocando. O c’è la sottintesa pulsione del politico navigato a far vedere lucciole per lanterne? Una sapiente arte di illusionismo? In buona fede vuole alimentare la speranza dei suoi concittadini, anche a costo di dire le più grandi balle? O nel bel mezzo della disperazione (amministrativa) la sua mente trova giovamento da queste fuoriuscite senza capo né coda? Così in questi anni bui abbiamo sentito parlare di gigantesche pale eoliche al largo di Tricase Porto che dovevano alimentare gratuitamente la nostra città e favorire una grande produzione di pregiato tonno rosso che avrebbe dato lavoro e prosperità; abbiamo sentito una decina di idee diverse sull’Acait sempre al limite dell’impossibile, tipo una nuova Cinecittà oppure la nuova sede dell’Università o ancora musei così prestigiosi da far invidia al Louvre; e poi cittadelle della salute (mentre i distretti andavano verso altri lidi), caserme nelle più diverse posizioni della città, il Porto sede di Poli di Scienze varie, barche di sceicchi e sorrisi a volontà. L’agricoltura rigogliosa grazie al sistema di riutilizzo delle acque reflue, mai entrato in funzione, con l’unica eredità di una grossa buca fra le strade del Porto e della Serra. Abbiamo letto di parcheggi sotterranei a tre–quattro livelli mentre avevamo difficoltà a realizzare un banale piano traffico. Ora sta studiando anche un mega tunnel che attraversa Tricase, Alessano e arriva a Leuca e finalmente mette fine alla diatriba sulla 275 (dopo i suoi contraddittori proclami). Nei quindici anni di regno, Coppola ha prodotto centinaia di comizi e interviste mirabolanti, sorprendenti promesse infra-strutturali con un risultato reale vicino allo zero. Non è condannabile il fatto che lui, nella sua fantasia le abbia pensate, ma solo che le abbia dette come fattuali nella sua veste di Sindaco, di massimo responsabile della Cosa Pubblica, nel disperato tentativo di far vedere che le idee, e che ideone, ci sono. Se non si realizzano o è colpa di qualcuno che lo infanga volgarmente o del complotto universale contro la nostra cittadina nel suo complesso. In questi anni avrebbe potuto lavorare su cose molto più semplici come la sistemazione della zona Puzzu o almeno al rifacimento della facciata dell’ingresso del Comune (ex convento). Così hanno fatto altri sindaci del Salento, hanno ripulito, ristrutturato i loro centri storici, magari hanno cercato di sistemare le loro disastrate periferie, hanno dato dignità agli uffici comunali, hanno reso più vivibile la loro città. Magari un piano coste e un Piano regolatore degni di questo nome. Tutti programmi troppo semplici per il nostro primo cittadino che invece vola alto per non impegnarsi davvero, per non sporcarsi le mani con il tufo di tutti i giorni, per non ammettere il proprio totale fallimento.
Per inciso, l’intervista: al di là di tutte le elementari premesse economiche/finanziarie di cui non c’è traccia, fa davvero teneramente sorridere l’immagine del nostro sindaco che a colloquio dentro l’ambasciata di Cuba, risolve il problema dell’embargo mondiale, proponendo col permesso di Obama di costituire un’azienda a Tricase di sigari e rum caraibici. Dimentica che, così come sarebbe ridicolo il parmigiano reggiano prodotto all’Avana, è assurdo pensare di vendere un solo sigaro d’eccellenza col marchio “Product of Tricase” o pensare che nelle migliori osterie del mondo si possa bere un solo goccio del rum prodotto nella nostra (desolata) zona industriale. Anche mettendo il marchio del Che, accostata alla cartolina di Tricase Porto.
Solo chi vive in un mondo virtuale, in un mix inconsapevole di paradossi e illusioni, può continuare a governare un popolo con queste lunghe travolgenti interviste senza vergognarsi neanche un po’. Però, attenti, non vorremmo che per così poco succedesse un patatrac e quindi auguriamo lunga vita al sindaco Coppola: almeno un tenero sorriso non ci mancherà mai.
il Gallo -19 Aprile 2014
Alfredo De Giuseppe