2024-10-26 Tricase, Consiglio mancato, crisi politica - il Volantino

Avevo deciso già da tempo di occuparmi sempre meno della politica politicante del mio paesello. Qualcuno dice che amo scrivere dei “massimi sistemi mondiali” ed in verità non riesco a non pensare (a volte studiare) la situazione in Medio Oriente dove Israele si è giocato un credito secolare attaccando indiscriminatamente civili, terroristi, città, caserme, donne e bambini. Né posso fare a meno di pensare alle connessioni della guerra in Ucraina, armi si armi no, pericolo nucleare, aggressioni e diseguaglianze. Né posso far finta di non vedere le involuzioni delle democrazie occidentali a partire da quella americana per finire a quella italiana. Il tutto in nome di una ipotetica difesa dei confini che è un male secolare dal quale non riusciamo a liberarci.

Ma, come sempre accade, anche la realtà più vicina ti piomba addosso, non puoi schivarla, non puoi far finta di niente. Ed ecco che il posto in cui vivi è un paese senza regolamentazione urbanistica che detta così sembrerebbe una cosa per tecnici e d invece tocca ogni aspetto della nostra vita sociale. Non aver uno strumento è significato negli anni splafonare in ogni dove, costruire in campagna e in collina, avere difficoltà nell’avere servizi adeguati di fogna nera e fogna bianca, strade bianche e nere, un’organizzazione adeguata del traffico cittadino. Questa difficoltà urbanistica si trasforma spesso in difficoltà relazionali, in dispersioni economiche e in un caso, in una specie di soffocamento ambientale. È il caso dell’Ospedale Panico di Tricase che, pur avendo in fase di costruzione oltre 12.000 mq, non ha trovato di meglio che chiedere una parte di una strada pubblica per costruire con opere immaginifiche e impattanti il nuovo Pronto Soccorso.

Per questo, con una certa fretta, viene convocato il Consiglio Comunale per mercoledì 23 ottobre. Il 22 alle ore 18 l’opposizione, compattamente, dirama un documento in cui dichiara che non parteciperà al Consiglio (vedi Comunicato). Alle ore 13 del 23 ottobre la Presidente del Consiglio, Rosanna Zocco, comunica a mezzo mail ai Consiglieri che la seduta è rinviata ad altra data. Causa qualche defezione eccellente, non c’era evidentemente la maggioranza per approvare lo schema di convenzione che prevede a favore della Pia Fondazione la cessione (per mille euro) di parte della strada Pio XII, della Piazza Card. Panico e dei relativi parcheggi pubblici ivi presenti. Nella delibera proposta tra l’altro c’è l’approvazione di una variante per i due nuovi erigendi padiglioni (definiti “piastra”), che nessuno ha davvero approfondito.

Questa è la storia fino a oggi, mercoledì 23 ottobre alle ore 19,00, mentre scrivo al volo queste righe.
Cosa comporta questo rinvio così anomalo e così travagliato? A parte l’iter amministrativo per la riorganizzazione del Pronto Soccorso, c’è da fare alcune annotazioni politiche. 

Dobbiamo ricordare che Antonio De Donno fu scelto come candidato sindaco da un tavolo di centro sinistra dove erano presenti, tra gli altri, Ernesto Abaterusso, Ippazio Morciano e Stefano Minerva. Tale scelta, considerata non consona al percorso politico dello stesso De Donno, fu causa di allontanamento dal PD da parte di Giovanni Carità e Carmine Zocco che presentarono loro candidature a Sindaco (Zocco sconfitto poi al ballottaggio). In ogni caso all’inizio il PD e altre forze minori appoggiarono convintamente la giunta dove il vicesindaco era il giovane Democratico Andrea Ciardo. Le cose andavano via via sfilacciandosi e Ciardo nell’agosto del 2023 decise di dimettersi da assessore vice sindaco, creando in effetti una crisi amministrativa che però provocò anche una crisi politica interna al PD. Tant’è che Francesca Longo rimase nell’esecutivo e fu designata alla carica di vice sindaco. Anche Giorgio Dell’Abate uscì dal PD e dichiarò la sua fiducia nel Sindaco De Donno. Tutto questo comportò che De Donno da allora sopravvive con una maggioranza risicata in Consiglio, con il suo stesso voto determinante per ogni singola deliberazione. Questo significa che in assenza anche di uno solo dei consiglieri di maggioranza, non può deliberare ( ameno che no vi siano aiuti inaspettati dalla minoranza).

È chiaro a questo punto che per governare bisogna soddisfare anche le visioni di politici che niente hanno a che fare con la storia del centro-sinistra, divenendo quindi vittima dei consiglieri di destra destra ben presenti in consiglio. Asse politico spostato dunque completamente rispetto ad inizio legislatura, tant’è che molti pensano che se De Donno voglia ricandidarsi debba trovare una combinazione con le liste del centro-destra.

Tutto questo per sostenere che il mancato Consiglio di mercoledì 23 ottobre certifica in sostanza le divisioni interne all’attuale variegata maggioranza e quindi ci si avvia alla conclusione dell’Amministrazione De Donno. Un governo che non ha né può avere una visione di città, che non ha dato nessuno slancio né dal punto di vista urbanistico, né sociale, e neanche si è distinto per trasparenza e condivisione. Negli ultimi anni si è preferito rimanere in silenzio piuttosto che rispondere, girarsi dall’altra parte piuttosto che intervenire, dimenticare nel cassetto Piano Regolatore, Piano Coste, viabilità e trasporti pubblici, aree verdi e piste ciclabili per concentrarsi su interventi spot, in evidente difficoltà nella gestione della macchina amministrativa nel suo complesso.

Un’ultima riflessione sulle vicende amministrative di questi ultimi giorni, in riferimento a questa richiesta della Pia Fondazione. In effetti un’opera così grande e complessa come quella dell’Ospedale non può essere sempre riportata ad un semplice gioco di formalismi, commissioni, blitz procedurali e Consigli monotematici. Essa meriterebbe una valutazione di tipo socio-ambientale ben più ampia e più aperta a eventuali contributi di architetti urbanisti, sociologi ed esperti in riformulazione del paesaggio unito all’interesse collettivo. Non si può lasciare una tale materia alla singola, semplice deliberazione di una decina di consiglieri, eletti spesso in base a criteri amichevoli, non certo esperienziali.

il Volantino - 26 ottobre 2024 

Alfredo De Giuseppe

 

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