2024-04 "Noi, ominidi, mai pronti..." - 39° Parallelo
Ci possiamo rifugiare nel nostro piccolo mondo e pensare di essere esenti dalla malattia del pianeta? Possiamo cercare la nostra intima felicità ballando sull’orlo dell’abisso della guerra nucleare? Quale senso dare alle nostre singole, piccole, misere vite di fronte a quello che una miriade di inquinatori seriali (eppure legali) riversa su miliardi di coscienze ormai disincantate? Le primarie per il sindaco di Tiggiano, o le smorfie della Meloni o le discussioni sul piano traffico di Tricase, sulle piste ciclabili di Lecce, che peso hanno nella valutazione del tempo che stiamo vivendo? E se muore uno dei pochi Papi davvero pacifisti, chi eleggeranno al suo posto? Un novello Pio XII che spererà di risolvere le barbarie terrene con un tetro silenzio? E se muore Mattarella, quale Italia ci aspetta, che Europa avremo nei prossimi anni? Quanti nuovi Putin si stanno preparando a governarci?
In una domenica bestiale, in questa primavera 2024, la ridda di domande si fa tumultuosa, tutto si mescola dentro un rullo incessante che fonde il tutto, l’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo, in miliardi di foto, audio e video auto-prodotti ogni minuto, compresi quelli girati dai terroristi mentre ammazzano spettatori inermi a Mosca, o quelli dei soldati israeliani mentre bloccano gli aiuti umanitari ai due milioni di palestinesi rinchiusi dentro la Striscia di Gaza.
Partiamo da alcune certezze: il potere annebbia la ragione. Chiunque lo eserciti, a qualunque livello, tenta di conservarlo, di aumentarlo, di renderlo eterno, possibilmente senza freni, senza limiti, senza controlli. Sta accadendo in tutto il mondo, sotto gli occhi di popolazioni anestetizzate dalle propagande, confuse dai social, avvilite dalle guerre, e infine rinchiuse dentro l’infinitamente piccolo. La foto del compleanno e del piatto del giorno, il video del cagnolino che è più affettuoso del figlio, la buca sull’asfalto sotto casa, ma proprio entro i cinque metri da casa, per non guardare oltre, per non soffermarsi ad ampliare i propri pensieri.
Noi, popolo del nulla, abbiamo poche scelte. Stiamo per diventare quasi 10 miliardi, stiamo per far esplodere qualche atomica, siamo sempre più tecnologici, siamo sempre più indifferenti. C’è un segreto per uscire da questo tunnel? Si, avere la consapevolezza del piccolo e del grande, della relatività dei processi storici, dell’evoluzione forzata a cui siamo sottoposti, noi poveri animaletti che un paio di milioni di anni fa vagavamo alla ricerca di qualche erba buona e di qualche vermicello per sopravvivere. Non siamo pronti, forse non lo saremo mai, non riusciamo a generare positività, pur avendo scoperto l’energia solare, quella dell’atomo, quella della gravità e dell’attrazione stellare. Rimaniamo degli ominidi, ancora in cerca di noi stessi, del nostro percorso.
Ma se lo sappiamo, se ne siamo convinti, sapremo come rimanere a galla, come far rinascere la Terra, come combattere le guerre, come prevenire le bugie rotatorie, le malefatte quotidiane. E forse abbattere confini e arroganze suprematiste. Con questa premessa di consapevolezza bisogna buttarsi in acqua, imparare a nuotare, saper distinguere la tragicità dalla commedia, la fine incombente da una carezza convincente.
39° Parallelo - aprile 2024
alfredo de giuseppe