013 - La faticosa scelta dei nostri rappresentanti - 2017-07-29
Mentre capisco, pur non condividendo, chi non va a votare, non ho ancora ben chiaro quale meccanismo scatti nella testa di quel 60% che normalmente si reca alle urne per scegliere i propri rappresentanti. Ormai si vota per cambiare, usando questo verbo in maniera vuota, asettica e senza alcun ragionamento sulle scelte da fare. Perfino Berlusconi in questa settimana ha detto che Forza Italia ha bisogno di cambiare facce e look (tutti gli altri tranne lui, naturalmente). Ma nessuno è esente da questa nuova epidemia: cambiamo tanto per cambiare, senza valutare candidati, programmi e storie personali. È come se decidessimo di cambiare un giudice perché non è fotogenico o un preside perché ha una stampella, o peggio ancora perché ha la pretesa di essere anche competente. Va di moda la tesi che quelli di prima non hanno combinato niente, che peggio non si possa fare e tanto vale buttarsi su volti giovani e innocenti. È una tesi che non condivido per niente, per il semplice, banale motivo che cambiare senza sapere dove voglio arrivare è come augurarsi continue disgrazie. Se cambio pilota di un aereo tento di assumerne uno più bravo, non di scegliere a caso fra i passeggeri che per combinazione sono in transito in aeroporto, magari in base al sesso, alla bellezza e alla parentela.
Nel suo piccolo, Tricase non è esente da questa tendenza: abbiamo cambiato, ha vinto la Lista Cambiamenti di Carlo Chiuri, ci ritroviamo una maggioranza con tanti bravi ragazzi, tanti bellissimi volti. Scorrendo l’elenco dei nuovi consiglieri, dei nuovi assessori e dello stesso Sindaco si rimane basiti dalla totale assenza di interventi a qualsiasi livello nella vita sociale e politica di questo paese. Si tratta di giovani figli di ex consiglieri e assessori (la nuova casta di Tricase?) o di simpatici giocherelloni come Pasqualino o di giovani che si presentano nudi e crudi alla gestione della cosa pubblica. Non voglio qui richiamare la solita vecchia scuola di formazione politica dei partiti, PCI in primis ma anche DC e PSI, ma si può scegliere di rappresentare altri cittadini senza avere mai espresso una propria opinione, senza aver approfondito un solo argomento, senza aver mai partecipato ad un incontro di rilevanza culturale/politico/sociale? Ed è consolatorio per i cittadini farsi rappresentare in questo modo? Sto indagando ma ancora non ci sto capendo niente, magari sarò smentito fra qualche anno e ne sarò felice. Nel frattempo i Lavori Pubblici, il Piano Regolatore, il futuro del porto, il disastro delle strade e delle periferie, i progetti per il centro storico e per il riordino del traffico e della mobilità, la programmazione culturale, la relazione con altri Enti e con le scuole, la visione futura di un paese ancora indecifrabile, sono nelle mani oneste e ingenue di ragazzi che stanno andando a imparare come si fa. Sinceramente non vedo un gran futuro per questa amministrazione Chiuri, che fra l’altro dovrà gestire anche parecchie intemperanze fra i suoi consiglieri. Io intanto non prendo quest’aereo: voglio essere certo che il pilota abbia almeno la patente.
La mia colonna - il Volantino, 29 luglio 2017
Alfredo De Giuseppe