Libere fenomenologie del 2023-03-11 - ...di Francia e Spagna

A volte seguire quel che scrivono i leader europei nei loro profili social, e quello che rispondono i loro followers, può essere illuminante. Il 5 marzo 2023, Emmanuel Macron, Presidente della Francia, mentre è ancora in visita a Kinshasa, scrive: “Niente saccheggi, niente balcanizzazione, niente guerra nella Repubblica Democratica del Congo. La Francia non si è mai rassegnata ad una fatalità della storia, né all'orrore della guerra. Rimarrà fedele al suo ruolo di alleata incrollabile della Repubblica Democratica del Congo per difenderne l'integrità e la sovranità. Non ci possono essere due pesi e due misure tra la tragedia che si sta verificando in Ucraina sul suolo europeo e quella che si sta verificando sul suolo africano.  Ai crimini che si commettono davanti ai nostri occhi nel Congo, non dobbiamo aggiungere, dimenticare e abbandonare. La Francia sarà la prima a rispondere all'iniziativa dell'Unione europea di un ponte aereo umanitario verso Goma.”

Cosa sta succedendo in quella regione d’Africa, in quella Nazione che ha centinaia di etnie, e risulta lo Stato più corrotto del pianeta? È in corso una di quelle guerre dimenticate (a bassa intensità direbbero oggi i media più accreditati) fomentata dall’esercito ribelle degli M23, un gruppo formato principalmente da guerriglieri tutsi e supportato dal Rwanda, che in breve tempo ha conquistato villaggi di frontiera e centri nevralgici della regione mineraria del Nord Kivu. Qualcuno crede ad un ampliamento del conflitto ad altri Paesi e quindi ad una sorta di guerra africana su larga scala.

Al post di Macron seguono migliaia di commenti, quasi tutti di questo tenore: “Saccheggi, balcanizzazione e guerra, è la Francia che è alla base di tutto in Africa”. “La Francia è tua. E i nostri nonni al campo di Thiaroyé”. “C’è anche una storia.  Se tu dimentichi la storia, noi non possiamo perché è impressa nei nostri cuori. Viva la gioventù africana”. “Cari congolesi, diffidiamo dai bellissimi oratori come Macron. La Francia non è un sostenitore del Congo, signor Macron, c'è differenza tra sostegno e ipocrisia. Il caso di sostegno è l'Ucraina ma per il RDC è ipocrisia”.

Le giornate di Macron in Congo, mentre in Francia scoppiava la contestazione di massa contro la riforma delle pensioni, si sono concluse con una manifestazione che inneggiava a Vladimir Putin, visto da una parte della popolazione come nuovo salvatore dei deboli, come liberatore dall’imperialismo occidentale. Insomma, una gran disorientamento, senza nessuna via d’uscita se non le armi e la violenza, dove il Putin di turno trova terreno fertile.

Il premier spagnolo Pedro Sanchez, nella stessa giornata scrive sul suo profilo Facebook: “La preparazione della prossima Presidenza spagnola del Consiglio dell'UE ci ha portato in questi giorni in Irlanda, Danimarca e Finlandia dove ho incontrato il Primo Ministro Leo Varadkar T.D. e le Prime Ministre Mette Frederiksen e Sanna Marin per ascoltare in modo proattivo le loro proposte per le sfide che affrontiamo. L'autonomia strategica aperta sarà prioritaria per la Spagna intorno a quattro materie: energia, sanità, settore primario e nuove tecnologie, per essere meno dipendenti in questi settori da altre regioni e procedere verso una transizione verde e digitale in un'Europa unita e coesa. I leader hanno concordato che il nostro sostegno all'Ucraina non cesserà finché l'ultimo soldato russo non lascerà il paese e la sua integrità territoriale sarà rispettata”.

Anche qui seguono centinaia di commenti, quasi tutti sul negativo andante: “ L'indipendenza alimentare è un punto importante, ma sostenere l'Ucraina equivale ad entrare in un tunnel buio dal quale nessuno conosce l'uscita o il punto finale”.
Un altro aggiunge “Che vergogna, dirsi socialista e continuare a mettere benzina sul fuoco. Mentre togli il pane ai tuoi compatrioti compri armi per fare la guerra”.
Non manca l’analisi più completa: “Ora sembra che gli USA abbiano messo gli occhi su Taiwan, qualcosa vorranno rubare lì, e da quello che ho letto stanno già mandando armi in quella zona, mentre cercano di provocare la Cina e accusano la Cina di voler fare l’invasione. Forse sono gli USA che vedono vicino la fine del conflitto in Ucraina, perché la Cina chiede la pace e gli americani stanno già pensando che cazzo fare con le armi... Questi non si fermano. Se non la stanno cavalcando in un lago, sono in un altro”.

Come si nota c’è molta confusione sotto il cielo, non solo sotto quello italiano. Il liberismo sfrenato degli ultimi decenni, cavalcato da società sovrannazionali e da discutibili operazioni finanziarie, ha portato l’uomo moderno, specie quello occidentale, ad uno stato di confusione mentale collettiva davvero pericolosa. Perché, mentre per secoli, l’idea illuministica e razionale aveva incanalato i pensieri verso una società globale più giusta e ugualitaria, oggi, dopo aver provato la corruzione delle democrazie, c’è uno sbandamento generalizzato, che investe ogni parte del pianeta.

Stiamo pagando secoli di ipocrisia occidentale? Quella che parlava di uguaglianza, compassione cristiana, diritti dell’uomo e poi deportava schiavi, conquistava le terre più ricche, depredava ogni idea di democrazia autoctona? E soprattutto costruiva armi, esportava armi, si faceva forte della supremazia militare?

Oppure non stiamo pagando un bel niente, ma solo intravedendo un pianeta abitato per la prima volta da 10 miliardi di persone, quasi tutte interconnesse e insoddisfatte? Un futuro turbolento, dettato da esodi demografici, guerre civili su base etnica, guerre di confine, guerre dell’acqua, guerre del grano e dei chip? Certo molto di più della cecità dei governicchi che combattono le ONG, che temono le Greta Thunberg e che consigliano a tutti di morire tranquillamente nei loro villaggi (mi raccomando, senza disturbare).

 il Volantino – 11 marzo 2023

Alfredo De Giuseppe 

 

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