Libere fenomenologie del 2023-04-29 - ... della pensione del Vigile
In Italia, ci sono prebende, bonus, premi e super pensioni per tutti, non solo per i politici. Basta essere un dipendente pubblico e si trova sempre una soluzione per aumentare senza clamore il proprio reddito, a spese di tutti gli altri. In un gioco perverso e senza fine, che nessuno intende toccare.
È il caso dei Vigili Urbani, normativamente definiti Agenti della Polizia Locale. Con la riforma del Codice della strada del 1992, attraverso il pertugio di un codicillo inserito all’interno di un comma dell’art.208 si legge «i proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni al codice della strada» vanno versate al 25% per la segnaletica e al 25% per controllo e accertamento e «ad altre finalità connesse al miglioramento della sicurezza stradale», ma sono compresi anche «interventi a tutela degli utenti deboli, quali bambini, anziani, disabili, pedoni e ciclisti, allo svolgimento, da parte degli organi di polizia locale, nelle scuole di ogni ordine e grado, di corsi didattici finalizzati all’educazione stradale e misure di assistenza e previdenza per il personale». Son bastate queste 5 semplici paroline per aprire un mondo di previdenze integrative. In quasi tutti i Comuni italiani, le contravvenzioni sovvenzionano la pensione di scorta dei tutori dell’ordine comunali. Una parte consistente delle multe stradali, infatti, può essere destinata al fondo pensione, anche aperto, a cui aderisce il personale di polizia municipale e provinciale. E’ facoltà dell'Ente locale, Comune o Provincia, deliberare l’accettazione di questa norma e fissare di conseguenza ogni anno l'ammontare delle multe da destinarvi.
Però qui comincia lo scandalo. Nascosto per lo più. Mentre le spese per la sicurezza e il miglioramento stradale rimangono nella discrezionalità dell’Amministrazione Comunale (dato difficile da acquisire e quantificare), il fondo pensione dei Vigili si incrementa invece in maniera automatica ad ogni sanzione, senza che nessuno possa intervenire, come fosse un benefit miracoloso.
Spieghiamo bene il meccanismo, facendo il caso di un Comune qualsiasi, Tricase ad esempio: c’è un conto corrente intestato al corpo della Polizia locale (firma il Comandante pro-tempore) su cui viene versato un importo annuale pari al 12,5% di tutte le multe elevate dagli stessi Vigili. Quest’importo viene versato puntualmente al fondo pensione o assicurazione scelta a suo tempo dai rappresentanti sindacali della categoria. Nella sola Tricase si parla di una cifra che varia tra i 30 e 50 mila Euro per anno. Ciò significa che se ci sono 15 Vigili, il fondo si incrementa di almeno 2.000 € per anno per ogni singolo dipendente. Praticamente se un Vigile lavora 40 anni “rischia” di prendere una pensione integrativa di almeno 1.000 € al mese oltre alla sua pensione normale che gli spetta di diritto quale dipendente pubblico.
Il Comune di Tricase, ad esempio, ha applicato questo meccanismo dal 1994 e quindi c’è qualcuno che da quasi trent’anni si vede aumentare la propria aspettativa di pensione a suon di multe. Se questo meccanismo si applicasse ad altre categorie, mettiamo gli infermieri, sarebbe un disastro: un fondo pensione che si incrementa ad ogni operazione o per ogni catetere. Che succederebbe?
E infatti il disastro in questi trent’anni s’è compiuto. Non vedi più il Vigile Urbano intento a smaltire o a dirigere il traffico, o a controllare il corretto andamento delle delibere consiliari su regolamenti e leggi ambientali, ma lo osservi fortemente concentrato su qualsiasi cosa sia multabile inerente l’automobile. Il bello è che il fondo pensione si incrementa anche per le multe elettroniche, ZTL ad esempio, o autovelox predisposti sulle statali (vedi Melpignano), dove mai si è visto finora un vigile urbano. Inoltre il Vigile ha smesso di compiere quelle azioni educative evocate dal Codice della Strada ed è diventato nel tempo solo un bancomat ambulante dove però si incassa solamente. I Vigili Urbani tranne eccezioni straordinarie non lavorano quasi mai dopo le 20, non se ne vedono di notte, non possono inseguire un ladro, e neanche dirimere una lite dopo un incidente stradale.
È una vera ingiustizia verso gli altri dipendenti e verso tutti i cittadini. In dieci anni si possono regalare circa 500.000 € ai fondi pensione (quotati in borsa) per dipendenti perfettamente uguali agli altri, che magari fanno il loro dovere come gli altri, mentre non si trovano i soldi per un asfalto decente o per una segnaletica degna di questo nome.
E’ la solita furbata all’italiana, una di quelle cose che fanno incazzare tutti tranne gli interessati ma che nessuno osa mettere in discussione. Come si fa a regalare soldi a qualcuno, quando c’è gente che lavora per anni e non sa se riuscirà a prendere una pensione? Come si fa a differenziare all’interno dello stesso Comune il dipendente di serie A da quello di serie B non sulla base delle competenze e dei meriti ma solo applicando con precisione automatica un meccanismo fondato sulle multe? Ci sarebbe da fare una petizione popolare, ma ormai non è più tempo. Ogni privilegio pare intoccabile. Ogni povertà, vedi pensione di vecchiaia di una casalinga, non può essere rimossa.
Ogni tanto, sommessamente, vengono pubblicate notizie sulle pensioni integrative dei vigili urbani di questo o quel Comune italiano perché in alcuni casi le cifre sono davvero esagerate. Io capisco che fare il Vigile Comunale è un mestiere difficile, capisco che bisogna avere anche una buona dose di autocontrollo, che ci si stanca a presenziare i consigli comunali e le processioni. Però non è più usurante del mestiere di un muratore, di un artigiano o di un commerciante, che fanno qualche ora di lavoro in più ogni settimana, pagano balzelli di ogni tipo per poter esercitare il loro mestiere, tasse e multe comprese. Ragazzi, è bello essere vigili.
il Volantino n 14 – 29 aprile 2023
Alfredo De Giuseppe