2001-09 "Il terrore che non ci deve uccidere" - Nuove Opinioni

Scrivo queste poche righe due giorni dopo gli attentati terroristici che hanno colpito gli Stati Uniti, con negli occhi quelle immagini incredibili ripetute da tutte le televisioni del mondo, centinaia di volte al giorno, quasi come per convincerci che è successo davvero. Per convincerci che davvero degli uomini hanno deciso di suicidarsi, uccidendo migliaia di altri simili, pur di dimostrare la superiorità di una fede religiosa e di un’idea politica. E’ un colpo al cuore di tutti noi così detti “occidentali” che pensiamo che le questioni si possono e si debbano risolvere con la forza della ragione. Ma non voglio dilungarmi su questo, avendo tutti voi già a disposizione centinaia di pagine al giorno sui quotidiani e su tutti i nuovi media, che aggiornano la situazione minuto per minuto. 

Nel nostro piccolo abbiamo verificato che quasi tutti gli articoli che avevamo già scritto, le lettere che ci erano pervenute ci sono sembrate all’improvviso fuori dal tempo. Avevamo organizzato una conferenza dibattito sulla storia e sulle prospettive dell’Acait e nessun relatore se l’è sentita di affrontare l’impegno. Tutti gli articolisti mi hanno telefonato per rivedere gli articoli o per aggiungere un cappelletto tipo “alla luce di quello che è successo a New York...” Tutti noi abbiamo ritenuto che in alcuni casi non si può far finta che tutto è rimasto al suo posto. Penso alla bomba atomica di Hiroshima e all’uccisione di Moro. Fatti che accelerano la storia, che fanno intuire dove va l’umanità, dove potrebbe andare. Sono fatti che per quanto lontano ci toccano nei nostri pensieri quotidiani. Parlare oggi di posizioni diverse da quelle americane ( a volte arroganti) significa essere assimilato ad un seguace di Bin Laden, così come parlare contro la DC dopo l’omicidio di Moro equivaleva ad essere qualificato come brigatista. Sono fatti che aiutano la repressione, la fuga dalla libertà di espressione, che inducono all’autocensura. Queste sono le riflessioni che sono state fatte in seno alla redazione di Nuove Opinioni e ci hanno portato a continuare nella nostra linea, che è quella del continuo confronto critico (e ad uscire con gli articoli e le lettere interessanti anche se scritti prima degli attentati americani). Anzi proprio in questi momenti ogni piccola comunità deve continuare a crescere, ad avere maggiore percezione dei problemi del mondo, lontani e vicini. Non dobbiamo lasciare spazio ai fanatismi di ogni genere, all’arbitrio del potere dei pochi, a tutte quelle azioni che vanno contro la cultura del dialogo per la pace, contro la salvaguardia dell’ambiente, contro la cultura illuministica, che fra tanti difetti, ha dato vita all’evoluzione del nostro pensiero. 

Nuove Opinioni - Settembre 2001

Alfredo De Giuseppe

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