2024-08-30 "Vincere e perdere con l'aiuto di Dio"

Quando nel supermercato c’è un’offerta di libri, dò sempre un’occhiata. Tra i tanti, giorni fa c’era anche La Bibbia con sottotitolo: una traduzione accurata e moderna, ad un prezzo davvero ottimo, a € 1,90. L’ho messa nel carrello insieme agli immancabili fazzolettini di carta, una confezione di pistacchi non salati e un po’ di formaggio. Avevo fatto un affare. Arrivato a casa, ho poggiato il libro sul divano, come faccio sempre, in mezzo ad un’altra decina. Dopo un paio d’ore, dopo i telegiornali di rito, dopo un distacco dalla realtà di una ventina di minuti, ho preso in mano il sacro libro, stampato su una specie di carta velina, svenduto a poche monete. Non volevo leggerlo dalla prima pagina: ho sfogliato un attimo e mi son fermato al primo libro di Samuele, (1S-4). Casualmente son venute fuori queste parole che qui copio integralmente:  

“La parola di Samuele si rivolse a tutto Israele. In quei giorni i Filistei si radunarono per combattere contro Israele. Allora Israele scese in campo a dar battaglia ai Filistei. Essi si accamparono presso Eben-Ezer mentre i Filistei s'erano accampati in Afèk.  I Filistei si schierarono per attaccare Israele e la battaglia divampò, ma Israele ebbe la peggio di fronte ai Filistei e caddero sul campo, delle loro schiere, circa quattromila uomini.

Quando il popolo fu rientrato nell'accampamento, gli anziani d'Israele si chiesero: «Perché ci ha percossi oggi il Signore di fronte ai Filistei? Andiamo a prenderci l'arca del Signore a Silo, perché venga in mezzo a noi e ci liberi dalle mani dei nostri nemici».  Il popolo mandò subito a Silo a prelevare l'arca del Dio degli eserciti che siede sui cherubini: c'erano con l'arca di Dio i due figli di Eli, Cofni e Pìncas. Non appena l'arca del Signore giunse all'accampamento, gli Israeliti elevarono un urlo così forte che ne tremò la terra. 

Anche i Filistei udirono l'eco di quell'urlo e dissero: «Che significa il risuonare di quest'urlo così forte nell'accampamento degli Ebrei?». Poi vennero a sapere che era arrivata nel loro campo l'arca del Signore. I Filistei ne ebbero timore e si dicevano: «È venuto il loro Dio nel loro campo!», ed esclamavano: «Guai a noi, perché non è stato così né ieri né prima. Guai a noi! Chi ci libererà dalle mani di queste divinità così potenti? Queste divinità hanno colpito con ogni piaga l'Egitto nel deserto. Risvegliate il coraggio e siate uomini, o Filistei, altrimenti sarete schiavi degli Ebrei, come essi sono stati vostri schiavi. Siate uomini dunque e combattete!». Quindi i Filistei attaccarono battaglia, Israele fu sconfitto e ciascuno fu costretto a fuggire nella sua tenda. La strage fu molto grande: dalla parte d'Israele caddero tremila fanti. In più l'arca di Dio fu presa e i due figli di Eli, Cofni e Pìncas, morirono”.

Mentre giungeva, ecco Eli stava sul sedile presso la porta e scrutava la strada di Mizpa, perché aveva il cuore in ansia per l'arca di Dio. (…) Appena ebbe accennato all'arca di Dio, Eli, vecchio di novantotto anni, cadde all'indietro dal sedile sul lato della porta, batté la nuca e morì, perché era vecchio e pesante. La nuora di lui, moglie di Pìncas, incinta e prossima al parto, quando sentì la notizia che era stata presa l'arca di Dio e che erano morti il suocero e il marito, s'accosciò e partorì, colta dalle doglie. Mentre era sul punto di morire, le dicevano quelle che le stavano attorno: «Non temere, hai partorito un figlio». Ma essa non rispose e non ne fece caso.  Ma chiamò il bambino Icabod, cioè: «Se n'è andata lungi da Israele la gloria!» riferendosi alla cattura dell'arca di Dio e al suocero e al marito.  La donna disse: «Se n'è andata lungi da Israele la gloria», perché era stata presa l'arca di Dio”.

Ognuno può giudicare come vuole. Si può credere in modo letterale (gli ortodossi lo fanno ancora), si può trovare una semplice descrizione di una battaglia, si può trascendere dalla realtà e immaginarsi qualsiasi cosa, anche un Ente esterno che prende la spada e distrugge il nemico. Di certo per tutti, laggiù in Palestina, c’è sempre un Dio in mezzo alla guerra. L’unica cosa certa da sapere in anticipo è che i Filistei sono gli attuali Palestinesi e che già all’epoca abitavano quella parte di territorio che oggi chiamiamo “Striscia di Gaza”. Secondo tutti gli studiosi il nome Palestina deriva proprio dalla pronuncia ebraica di Filistei (pelištīm).

Fate vobis e pregate a vostro piacimento, mentre bambini e altri innocenti muoiono, prigionieri da decenni, in mezzo a promesse di glorie eterne.

FB     30 agosto 2024

Alfredo De Giuseppe

 

 

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